Home Cronaca Mussomeli, giovane sequestrato per chiedere il riscatto: arrestato un altro presunto carceriere

Mussomeli, giovane sequestrato per chiedere il riscatto: arrestato un altro presunto carceriere

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Mussomeli – È ritenuto uno dei carcerieri di un giovane curdo sequestrato due anni fa a Mussomeli a scopo estorsivo. Per questa vicenda un trentenne di Mussomeli è già stato arrestato nel novembre scorso dai carabinieri.

Ora uno dei suoi complici, da allora ricercati, è stato rintracciato e arrestato, sempre dai carabinieri , su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Caltanissetta, per l’ipotesi di sequestro di persona a scopo di estorsione.

È all’aeroporto «Falcone Borsellino» di Palermo che il sessantaquattrenne M.C. è stato rintracciato. Da quando era scattata la misura a suo carico avrebbe trovato riparo oltre confine. In Inghilterra in particolare.

Non appena sbarcato in Sicilia è stata eseguita dai militari la misura cautelare che da novembre scorso, su richiesta della direzione distrettuale antimafia ,  pendeva sul suo capo a firma del gip di Caltanissetta, Emanuela Carrabotta.

La vicenda è legata al sequestro di un giovane di nazionalità irakena, MS.S.M., figlio di un funzionario di polizia nel suo Paese d’origine.

Il ragazzo, mentre si trovava a Bolzano dal cugino, sarebbe stato attirato nel cuore di Sicilia con la promessa di un lavoro. Ma una volta arrivato a Caltanissetta è stato poi prelevato in auto da un complice dei rapitori e accompagnato a Mussomeli. Lì sarebbe iniziato l’incubo del giovane curdo. Era metà aprile di due anni fa.

Nel momento in cui è arrivato in una casa nel centro storico mussomelese, sono comparsi dal nulla due sequestratori con il volto coperto da passamontagna – e per gli inquirenti sarebbero stati il giovane di Mussomeli e l’attuale arrestato –  che lo hanno bendato e bloccato con una catena a un gancio al pavimento.

A quel punto avrebbero chiamato il padre, in Kurdistan, chiedendo un riscatto di poco inferiore ai 500.000 dollari.

Ma dopo quattro giorni, quando ancora i rapitori erano ancora in attesa del riscatto, il giovane tenuto prigioniero è riuscito a scappare con ancora la catena al piede, rifugiandosi sul tetto di quel fabbricato. Sono stati alcuni abitanti della zona ad avvertire poi i carabinieri. E da quel momento sono partite le indagini che poi, nel novembre scorso, hanno dato l’input all’ordinanza di custodia cautelare a carico di tre indagati. E un terzo della banda manca ancora all’appello.

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