Mussomeli – “Devono essere puniti”, è il grido di rabbia che si leva da più parti del paese all’indomani dell’ennesimo avvelenamento di animali sul territorio di Mussomeli. Cinque gatti, infatti, sono morti avvelenati, nella serata di venerdì scorso, 8 novembre, sotto gli occhi dei condomini di via Costante Girardengo -zona sotto il campo sportivo- che, sconcertati, hanno denunciato il fatto ai carabinieri. Sul posto, quindi, sono intervenuti i militari che hanno perlustrato la zona in lungo e in largo alla ricerca di tracce e degli altri cinque gatti scomparsi di cui gli abitanti della zona si sono presi cura amorevolmente e a proprie spese per lungo tempo. Sono stati chiamati anche i vigili urbani e il dipendente comunale che si è occupato di portare via i cadaveri dei gatti uccisi. Uno, addirittura, è morto, in modo atroce, con evidenti spasmi, sotto gli occhi dei presenti. Il “caso colonie feline” e, più in generale, “gatti”, a Mussomeli, ha già fatto discutere parecchio, per via di una aumentata sensibilità verso il genere animale da tante parti e, di contro, una forte resistenza, se non addirittura avversione, come in questo caso, da altre. Una battaglia ingaggiata da diversi attori, privati e associazioni, e che, almeno al momento, sembrebbe avere prodotto solo frustrazione e delusione. Questo ultimo caso, dal canto suo, ha fatto sollevare l’indignazione degli abitanti del quartiere residenziale, preoccupati come sono anche per il rischio concreto a cui vanno incontro bambini e animali domestici della zona. Un cane, infatti, riferiscono, “si è salvato solo perchè di grossa stazza, dopo avere assunto un’esca avvelenata”. Un fatto che, comunque, sempre a detta dei residenti, sarebbe già stato annunciato, tant’è che qualche condomino, già giorni addietro, aveva chiesto aiuto all’associazione “Osso e biscotto”. Che, dal canto suo, sottolinea “la necessità sul territorio di un gattile-canile sanitario che possa servire come luogo di accoglienza per la degenza degli animali dopo la sterilizzazione”. E rincara la dose, il presidente Francesco D’Anna, nel precisare che “questo è obbligo del comune che, da sei anni a questa parte, se n’è totalmente infischiato delle richieste fatte dall’associazione che, avendo, peraltro, provveduto, autonomamente all’odozione di circa seicento cani, avrebbe fatto risparmiare all’amministrazione comunale un bel pò di quattrini. Ma, a fronte dell’impegno profuso, la risposta, al momento, sarebbe stata solo un lungo e inesorabile silenzio. Con le conseguenze appena constatate che non si confanno ad un paese civile”. Una denuncia alla quale si uniscono altre voci soliste, come quella di Angy Cozma e Vincenzo Di Pietra anche loro a dir poco “scandalizzati dai crimini perpetrati a danno dei felini. Uccisi scientemente proprio per evitare ai volontari di metterli in sicurezza. Manca lo spazio e mancano i soldi, ma soprattutto la volontà che non premia assolutamente il lavoro continuo e, pur esso, silente, di tanti volontari volenterosi che si spendono in favore dei più deboli e bisognosi. Siano essi umani o animali!”.