Mussomeli – Antivigilia atipica quella del Natale 2024 per Mussomeli e il Vallone, ma non solo. L’Italia tutta, nella giornata di ieri, è stata stretta nella morsa del gelo, con freddo e neve per via del vortice artico che ha flagellato la penisola. E’ dal 2010 che l’Italia non sperimentava più il “bianco Natale”. Dopo tre anni consecutivi all’insegna della mitezza, e dopo le temperature quasi estive di un novembre anch’esso atipico, cala il sipario sul bel tempo che, si direbbe, quasi aveva stancato. Eppure la bufera di ieri qualche disagio lo ha arrecato a residenti, pendolari e ai ritorni delle grandi occasioni. Se per regali e approviggionamento alimentare la corsa era scattata già la settimana scorsa -nonostante le macellerie tengano ancora banco- a saltare, invece, sono state le cene fuori porta e le innocenti “bische” di Natale fra amici. Consumate fra una ‘mbriulata e un fetta di panettone. Un atteso ritorno alla convivialità per interrompere la monotonia della quiete domestica o, al contrario, quella immersiva e sommersiva dei locali. Quasi la solita minestra ma a costi decisamente più elevati. Per i più temerari che, invece, si sono avventurati nonostante le avvisaglie poco rassicuranti del pomeriggio e della prima serata, il rischio, tutto concreto, è stato quello di passare una notte fuori casa adattandosi alla meno peggio. A farne le spese, anche i ritardari dell’ultimo minuto soprattutto per il classico “pensierino di Natale” che, nella giornata di ieri, con temperature proibitive, hanno fatto registare code e nervosismi in attesa della confezione più cool dell’anno! Il cosiddetto “sclero” non ha risparmiato neanche parrucchieri e centri estetici, dove l’impensabile telefonata dell’antiviglia per un appuntamento si è rivelata un’insana consuetudine. Col disagio degli esercenti preoccupati che un “no” potesse risultare non gradito dal cliente. E, mentre qualcuno si dibatte fra una piega o una manicure -persino pedicure!- mancata, dall’altro lato, fra i tanto attesi ritorni, c’è chi ha dovuto fare i conti con ritardi aeroportuali o adirittura con cancellazioni di voli. Nei pressi dell’aeroporto Falcone e Borsellino, la schiuma delle onde ha investito le auto in sosta, per via del forte vento. E, purtroppo, i ritorni non sempre, e non tutti, sono felici. C’è chi ha dovuto prolungare l’attesa per fare visita a un caro in ospedale. Perchè le feste, si sa, se da un lato accendono i riflettori su luccichii e lustrini di facciata, magari convinti come siamo di essere più buoni, dall’altro, la sofferenza assume un sapore più forte, stridulo e amaro, per chi la vive direttamente o di riflesso. E poi, come sempre, per quel rovescio che si impone quasi necessario c’è chi ha cavalcato l’onda del maltempo per bypassare qualche incombenza di troppo, derogando all’inesistente filo del telefono, un augurio di circostanza, sollevato al pensiero di fingere un pò di meno. Almeno a Natale. Perchè, a detta dei più, di “buono” sarebbe rimasto davvero poco. E, nel terzo millennio, il grande problema rimane ancora la fantomatica relazione. Relegata sempre più alla sfera delle apparenze e che, in giornate concitate come queste, sembra oscillare sempre più sull’orlo di una crisi di nervi. D’altro canto però c’è stato chi, approfittando della “buca”, si è portato avanti col Capodanno pensando magari all’orlo di un regular fit, uomini per lo più, anche loro incastrati fra un appuntamento dal barbiere e un aperitivo saltato. Per dirla con Dalla… “è questa la novità”…