Caltanissetta – Nessuna responsabilità da parte dei medici per il tragico epilogo di quell’incidente stradale. Questo, in sintesi, quanto hanno sostenuto gli esperti nominati dalla difesa al processo a un gruppo di medici finiti in giudizio per un presunto caso di malasanità.
È legato al decesso di una ragazza per le drammatiche conseguenze di un’uscita di strada in auto. La vittima è la ventinovenne di Palma di Montechiaro, Viviana Meli, coinvolta in un incidente nell’estate di nove anni fa mentre viaggiava in auto con un’amica, lungo la statale 115 Agrigento – Palermo. Poi è deceduta all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.
Sul banco degli imputati siedono adesso l’urologa Carla Cammarata – assistita dall’avvocato Alberto Fiore – l’anestesista Salvatore Luigi Asaro – difeso dagli avvocati Michele Micalizzi e Francesco Augello)- e i due ortopedici Angelo Santamaria e Michele Palumbo – difesi dall’avvocatessa Agata Maira – tutti a giudizio per rispondere di omicidio colposo.
Accusa scattata sull’onda di un incidente avvenuto la mattina del 14 settembre 2012 quando l’utilitaria su cui viaggiavano le due ragazze – Viviana Meli era passeggere – è finita fuori strada.
E adesso l’ex primario di anestesia dell’ospedale Sant’Elia, Cataldo Naro e il primario di ortopedia e traumatologia di Catania, Giuseppe Sessa, hanno “promosso” l’operato dei medici in quei concitati frangenti.
Condividendo, peraltro, appieno la scelta sulle priorità in quel momento, che non sarebbe stata l’intervento al rene, ma piuttosto occuparsi della bruttissima frattura al femore. E così avrebbero agito i quattro medici ora sotto accusa.
In tal senso, per i consulenti tecnici, i sanitari del «Sant’Elia» avrebbero agito correttamente, così come la situazione clinica avrebbe imposto in quel momento.
I genitori e il fratello della vittima – assistiti dagli avvocati Francesco Scopelliti, Giuseppe Cantavenere e Loredana Gueli – sono parti civili.