Caltanissetta – Accuse spazzate via come sabbia al vento. Si sono sgretolate nei confronti di un sospetto stupratore, che alla fine non lo era, assolto dal giudice e tornato subito in libertà.
E per il trentunenne Saadeddine Aleyi – assistito dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Rosario Di Proietto e Ruggero Mancino – è arrivato un verdetto di non colpevolezza, mentre l’accusa aveva chiesto per lui la condanna a 9 anni di carcere.
Così come la parte civile – assistita dall’avvocato Davide Schillaci – ossia una giovane nissena che avrebbe subito la presunta violenza che per il giudice non s’è consumata. Così come il resto delle contestazioni mosse a carico dell’imputato, finito in giudizio, oltre che per abusi, anche per lesioni personali aggravate e furto.
Sì, perché secondo la tesi accusatoria, il trentunenne avrebbe invitato la ragazza a bere qualcosa in casa sua, ma poi ne avrebbe approfittato. E per costringerla ad avere quel rapporto – per gli inquirenti- l’avrebbe pure presa a schiaffi per vincerne la resistenza. Prima di lasciarla andar via le avrebbe anche rubato i soldi che aveva nella borsetta.
La donna nell’immediato non avrebbe denunciato nulla per vergogna. Ma in un secondo momento sarebbe stata costretta a fare ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale Sant’Elia. E a quel punto gli stessi medici avrebbero avvertito la polizia. Così è partita l’indagine che, poi, nel febbraio dello scorso anno ha fatto scattare un fermo a carico dello stesso accusato, ora assolto e scarcerato.