San Cataldo – A muso duro ha negato di avere abusato di una sua ex dipendente. Piuttosto etichettando quel rapporto sessuale come frutto della volontà di entrambi. Anzi, secondo la sua versione, sarebbe stata lei a cercarlo quella sera.
Una difesa a tutto campo quella del cinquantunenne Salvatore C.- assistito dall’avvocato Davide Schillaci -titolare di un bar a San Cataldo, finito sotto processo perché accusato di violenza sessuale.
E quattro sue ex dipendenti, due delle quali minorenni – assistite dagli avvocati Cristian Morgana e Monia Giambarresi – sono parti civili nel procedimento che ha preso le mosse dopo le denunce presentate a carico dello stesso imputato.
E lui ha spiegato che quella sera, quella in cui secondo l’accusa si sarebbe consumata la presunta violenza, in realtà quel rapporto sarebbe stato assolutamente consenziente. Anzi, se ne sarebbero consumati due tra loro, sempre quella sera. Ma nessun abuso, sempre secondo la tesi a discolpa. E ha poi indicato come «normale» quel clima confidenziale che si sarebbe respirato nel locale tra lui e le sue bariste. «Normale fare un complimento o un apprezzamento», secondo la sua versione.
Per l’accusa l’esercente, invece, avrebbe anche allungato le mani sulle ragazze che lavoravano per lui e poi quel lavoro lo avrebbero lasciato. Anche se – sempre per la difesa – successivi messaggi tra loro, tra il datore di lavoro e le ex bariste dopo aver lasciato quel posto, dimostrerebbero un clima diverso da quello tracciato dagli inquirenti.
A fare scattare l’indagine dei carabinieri è stata la denuncia presentata dal fidanzato della giovane che
, secondo la procura, sarebbe stata violentata dal suo datore di lavoro.