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Non stalkerizzò una sua «sottoposta», cadono le accuse per l’ex soprintendente ai beni culturali di Caltanissetta

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Caltanissetta – Cadono le accuse per l’ex soprintendente ai beni culturali di Caltanissetta… che stalker non era. Così ha sentenziato il giudice al termine del processo di primo grado nei confronti del funzionario regionale.

Assolto dall’ipotesi di atti persecutori il sessantottenne Vincenzo Caruso – assistito dagli avvocati Walter Tesauro e Vincenzo Caponnetto – in passato alla guida delle soprintendenza di Caltanissetta, ma finito sul banco degli imputati per fatti che risalgono al tempo in cui dirigeva la biblioteca museo «Luigi Pirandello di Agrigento. Il lungo arco temporale di contestazione  andava dal 2009 ai primi mesi del 2017.

E per presunte avance a una sua dipendente dello stesso ufficio che è finito in giudizio. E per lui la procura ha chiesto la condanna a quattro anni di carcere.

Ma alla fine il giudice ha condiviso la tesi difensiva secondo cui, il dirigente, non avrebbe stalkerizzato la donna.

Per l’accusa, invece, avrebbe manifestato apprezzamenti espressamente erotici verso lei , con comportamenti provocatori nel tentativo di avere rapporti sessuali con la donna che avrebbe respinto ogni approccio in maniera decisa. Fino a quando avrebbe poi pure deciso di cambiare amministrazione.

Teoria che la difesa ha sempre respinto a muso duro e che al termine della lunga istruttoria dibattimentale non ha retto in aula. Così da fare cadere le contestazioni nel vuoto.

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