Mussomeli – Tornano a vivere di nuovo splendore. I vecchi giacimenti di sali potassici, Bosco a Serradifalco, a Mussomeli e a Milena , torneranno a produrre.
Intanto il materiale venuto fuori con le operazioni di bonifica, piuttosto che pericolosi scarti, si sono rivelati una risorsa. Sì, perché la montagna di sale da ripulire per la bonifica delle aree, può essere impiegata sia in Italia che esportata all’estero per essere utilizzata sugli spargisale. Coniugando ambiente ed economia. Nel gran calderone anche la rimozione di un’enorme quantità di pericoloso amianto.
Un’operazione colossale della «Grmi» , società che opera nel settore minerario , che ha investito undici milioni di euro per la rimozione dell’enorme quantità di avanzi di Sali potassici rimasti lì fin da quando, nel gennaio di trentacinque anni addietro, le miniere sono state chiuse, Unica eccezione Pasquasia, rimasta in attività per altri due anni e mezzo ancora. Poi la Regione ha deciso di bonificare quei siti, potenzialmente pericolosi per la salute pubblica. Operazione che, alla fine, ha dato vita a nuove opportunità.
Adesso il nuovo scenario geo-politico ed economico legato alle guerre, soprattutto il conflitto tra Russa e Ucraina – Paesi che riuscivano a produrre materie prime energetiche a basso costo rendendo la Sicilia “fuori mercato” – ha riaperto nuovi scenari, con nuove possibilità di tornare competitivi sul mercato. E la Sicilia, con danni economici colossali soprattutto per l’entroterra, non lo era più stata. Tanto che gli impianti erano stati tutti dismessi. E per anni, dopo l’abbandono, sono stati visti piuttosto come potenziali mostri ecologici, che si nascondevano nelle viscere della terra insidie per la salute pubblica.
Ma il nuovo piano – con un bando per la concessione delle cave – prevede la ripresa dell’attività estrattiva nelle miniere del Nisseno, con centinaia di nuovi posti di lavoro che si creeranno per il prossimo ventennio.
Nuovo splendore per la Sicilia che in passato, negli anni d’oro dell’attività estrattiva, è stata leader mondiale nella produzione di Sali potassici e zolfo. Tempi lontani, ma adesso il futuro di quello che sembrava un settore, quello minerario, morto e sepolto, sembra sorridere di nuovo.