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Oggi pomeriggio la presentazione presso l’oratorio di Cristo Re a Mussomeli di “Bucoliche-Moretum-Copa- Ladro di miele” volume a cura del professore Giuseppe Palermo. E il “ritrovamento” del “Traina”, una storia nella storia

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Mussomeli – Sarà presentato oggi pomeriggio, alle ore 18:30, presso l’oratorio della parrocchia Cristo Re a Mussomeli, il volume a cura del professore Giuseppe Palermo, “Bucoliche – Moretum – Copa – Ladro di miele”, traduzione in versi siciliani dai manoscritti di padre Domenico Canalella O.P., noto anche per aver tradotto, sempre in “lingua” siciliana, la Divina Commedia. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto “Jardinu littirariu sicilianu” che ha lo scopo di riscoprire e salvaguardare scrittori e poeti locali che hanno scelto la lingua siciliana per esprimere la propria arte e per promuovere la lingua e la cultura della nostra isola.
Al tempo in cui a fare discutere sulla lingua fiorita alla corte di Federico II che, per ironia della sorte più che per paradosso, vedi caso, era di Svevia -ma quanto siamo polimorfi!- è più la controffensiva al ddl sul dialetto come lingua ufficiale della Regione, che il ddl stesso! Ossia, tradotto, in parole povere, il disegno di legge deposistato all’Ars, che punta a riconoscere il siciliano come lingua ufficiale della Regione, accanto all’italiano, si è scontrato con un fronte comune fatto di linguisti, dialettologi e sociolinguisti delle Università siciliane preoccupati che un siciliano unico, perlopiù “inventato a tavolino”, possa scoraggiare, e quindi condannare a morte quelle che sono, in ultima analisi le “parlate locali”. Questo, in buona sostanza, per quello che riguarda il campo regionale. Che, comunque ci riguarda anche da vicino per via della polemica tra “fondamentalisti” e sostenitori delle identità locali che, qualche tempo fa, ha fatto discutere, e pure aspramente, due opposte fazioni. Ma, tornando a noi, adesso, l’opera di ricerca, raccolta e ricostruzione, effettuata da Palermo, si arricchisce di un passaggio ulteriore, la traduzione della traduzione. Ovvero dal siciliano all’italiano. Effettuata proprio dal Palermo. “Con non poche difficolta”, ci tiene a spiegare il professore che ha insegnato materie scientifiche e che pure ama la poesia in tutte le lingue. “Non potevo certo affibbiare alle parole di padre Canalella, il primo termine appiccicaticcio preso da una qualsiasi traduzione italiana trovata su Internet. Il mio è stato un lavoro puntuale di rispetto della verità linguistica”. E, così dicendo, ci spoilera due belle verità. La prima, il ritrovamento per caso del “Traina”, il noto dizionario siciliano-italiano, nel 1868, presentato al Concorso nazionale per il migliore vocabolario dialettale, acquistato subito dopo la nascita del circolo “Trabia-Paolo Emiliani Giudici” e qui conservato grazie ad un gruppo di intellettuali allora capeggiato da Cataldo Lima, interessato a custodire la nostra lingua. “Prima che ci venisse scippata” precisa Palermo, anticipando che all’argomento riserverà ampia trattazione pomeriggio. Siamo nell’ultimo decennio dell’Ottocento e già se ne parlava. Il tomo, che il compianto maestro Gaetano Felce, recentemente scomparso, aveva fatto rilegare direttamente da don Peppino Amico, con l’ottimo proposito di preservarlo dall’incuria del tempo ma soprattutto dell’uomo. Palermo lo ha scovato negli scaffali del Trabia, durante la serata di “Attraversamenti” della Cool Jazz. La cultura che genera cultura. Se condivisa. Altrimenti rimane esercizio sterile fine a se stesso e a se stessi! La seconda, bella verità, invece, è che, avendo “buone competenze informatiche”, il professore Palermo, sfruttando l’intelligenza artificiale, è riuscito ad inserire in piattaforma l’intero dizionario nella versione siciliano-italiano. Basta pronunciare al microfono il termine dialettale -ci assumiamo il rischio di blasfemia per avere scritto “dialettale”! (ndr)- e immediatamente, il dispositivo fornirà la traduzione. Senza manco bisogno di passare dalla tastiera. E questo, più che un paradosso, ci appare, una grande conquista! Intanto che si attende il “caricamento” in rete della versione italiano-siciliano “un poco più complicata”, come riferisce l’autore. “Ho buoni elementi” risponde secco il professore cultore di siciliano aulico, e non solo, alla nostra sollecitazione “per dire che la bravura e l’eccezzionale competenza di padre Canalella, al secolo Salvatore, hanno permesso al predicatore di tradurre Virgilio e Teocrito direttamente dal latino.
L’evento è patrocinato dalle associazioni Jardinu littirariu sicilianu e Fidapa sezione di Mussomeli. Dopo i saluti dei rappresentanti istituzionali locali e della presidente Fidapa, Maria Teresa Canalella, interverranno Alessandra Camerota, dirigente del Primo Comprensivo di Mussomeli “Leonardo Da Vinci”, Josella Mistretta, insegnante e socia Fidapa, Giuseppe Palermo, curatore del progetto.
Sappiamo già, per avere seguito anche la genesi del progetto di architettura, che il progettista della struttura sopravvissuta al “capannone” fortemente voluto da padre Tuzzeo -che in quel posto, ha formato una generazione- aveva immaginato quello spazio denso di luce bianca proprio così, luogo di accoglienza per iniziative di raccoglimento comunitario!

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