Mussomeli – Le parole possono uccidere ma ci sono morti che annientano ogni voce, scritta e orale, anche quella dei cronisti più navigati, quelli a cui il taccuino ha indurito il cuore e li ha reso immuni dalle lacrime facili. Una di queste è la scomparsa di Alessio Salamone, mussomelese di 43 anni che da stanotte, a causa di un malore improvviso, non c’è più. Alessio era speciale, dalla sua nascita nelle sue vene scorreva un sangue particolarissimo che ha alimentato un cuore grande, capace di contenere una umanità sconfinata, un ottimismo e un buonumore senza fine. Era dotato di un umorismo arguto, irriverente, dissacrante. Immagino che ora se mi potesse parlare, certamente mi consolerebbe con una battuta di questo tenore “Sai che non sono puntuale, al mio funerale se dovessi ritardare iniziate pure senza di me”. Le avversità non sono mai riuscite a scalfire questa solarità, questa gioia di vivere attimo dopo attimo, grato a Dio per tutto quello che gli aveva donato, anche dei regali che per la stragrande maggioranza di persone sarebbero stati non accetti. La sofferenza aveva deciso di essergli compagna inseparabile da quando era al mondo. Lui l’aveva accolta, quando diventava irritante e insopportabile, la ignorava. Mai una imprecazione, mai una lamentela, mai una esclamazione spazientita, sempre e solo accettazione delle prove e della volontà di quel Dio di cui non ha mai dubitato. Alessio non solo non si è mai arreso ma era volitivo e motivato. A cominciare dal look. Amava vestire bene. Aveva il suo stile inconfondibile, tutto perfettamente abbinato, colletto perennemente stirato, accessori sfiziosi e all’ultima moda. Era un cultore delle auto e, prima di sposarsi, del gentil sesso. “Ho utilizzato prima i ray-ban che il ciuccio” avrebbe raccontato con la verve che lo caratterizzava. La passione per orologi, cinture e monili di tendenza era un retaggio del tempo trascorso, da bambino e adolescente, nel negozio dell’eclettico e innovativo padre che è stato fotografo, gioielliere, venditore di calzature e pellame. Dai geni paterni aveva ereditato questa attitudine poliedrica, con illuminazioni, talvolta, così all’avanguardia che i tempi non erano maturi per recepire le idee futuristiche che partoriva, come quando si abilitò amministratore condominiale o più recentemente con l’haloterapia e le grotte di sale. L’obiettivo più bramato e ambizioso che si è prefisso è stata la formazione di una famiglia. Aveva un concetto nobile e purissimo del matrimonio, quel legame potente e indissolubile, più forte delle intemperie della vita e che solo Dio e la morte potevano sciogliere. Alessio credeva anche nell’etimologia, matrimonio doveva significare non solo per semantica ma, soprattutto per fede, mater munus, dono della procreazione. Ai suoi occhi di credente convinto, l’incontro con la moglie Maria Assunta fu una benedizione, l’arrivo dei figli due miracoli.
Amico carissimo, perdonerai la mia pochezza, la mia incapacità di trovare delle parole che ti rendano giustizia e che siano idonee se non a ritrarre almeno a tratteggiare la grandezza della tua persona e personalità. Comprenderai che non esiste un inchiostro indelebile, capace di resistere alle lacrime, gomma che tutto cancella ed elimina. Il dolore pervade il mio animo e io non sono come te, non sono in grado di accompagnarmi senza disagio con la sofferenza. Non ti ha conosciuto e sbaglia di grosso chi pensa che la tua sia stata una esistenza di dolore, è stata un esempio, una storia di riscatto e di apprezzamento, di stupore per questa grande e misteriosa opportunità che, in ogni caso, chiamiamo vita.
I funerali di Alessio saranno celebrati domani, 3 giugno 2019, alle 16 presso la Chiesa di Cristo Re
Io so che hai incontrato Maria che ti ha dato Ausilio… Buon viaggio, Fraterno Amico!