VILLALBA – Non c’è intesa intorno al tema dell’ immigrazione dopo l’incontro tra il gruppo “Amare Villalba” e il prefetto Cucinotta. Quest’ultima ha suggerito di valutare la possibilità di attivare la clausola di salvaguardia aderendo a qualsiasi progetto anche con il numero minimo di migranti. Il gruppo ha colto l’occasione per rilanciare critiche all’amministrazione comunale. “Abbiamo ancora una volta constatato – dice una nota – la poca chiarezza da parte del sindaco in merito a tale tematica, infatti alla richiesta del prefetto di attivare un progetto per 6 migranti, vi era un continuo rifiuto da parte del sindaco perchè, a suo avviso, il progetto non sarà accettato da nessuna cooperativa in quanto antieconomico. Noi ci siamo ripromessi di coinvolgere la gente e di meglio valutarne con loro la situazione con le tempistiche che riterremo opportune per far capire alla cittadinanza una scelta che certamente cambierà la vita dei villalbesi”.
La posizione di “Amare Villalba” è recisamente contraria a qualsiasi progetto che preveda l’accoglienza dei migranti. Addotti motivi sociali perchè “questi progetti Sprar hanno poco a che fare con una reale integrazione, men che meno in una realtà quale quella di Villalba. I villalbesi sono stati da sempre accoglienti, ma pur comprendendo le condizioni socio-politiche dei migranti, ne sono restii all’accoglienza vista la situazione precaria che stiamo vivendo. Testimonianza ne è la diminuzione della popolazione nell’ultimo trentennio, che è passata da 5000 a 1500.”
E ancora “il rilancio dell’economia locale è uno dei punti forti che si legge nei progetti Sprar, ma chi ci garantisce che le cooperative daranno esclusiva alle attività locali o saranno preferite le grosse catene di distribuzione per aver maggior risparmio e più alto beneficio?” . E’ giudicato non sostenibile politicamente “farci carico dei grossi flussi di migranti, mentre vi è assoluta mancanza di accoglienza da parte degli altri stati europei. Inoltre, le recenti dichiarazioni da parte dei magistrati aumentano il nostro essere restii ad attivare questi progetti, visto che è stato rilevato il rischio di infiltrazioni terroristiche”. Per concludere “Il comune è carente di organico di assistenza sociale che possa permettere il monitoraggio del progetto.”