Dagli artigiani Sparacello una linea di  liquori dedicati al castello di Mussomeli

 

Ilaria e Giuseppe Sparacello

MUSSOMELI – Il castello, oltre a essere visitabile, ora è anche possibile  degustarlo e sorseggiarlo. Merito della famiglia Sparacello, artigiani di Castronovo da tre generazioni, che hanno “racchiuso” il maniero manfredonico in bottiglia, dedicandogli tre liquori. “E’ stato un tributo a Mussomeli – spiega Ilaria Sparacello che gestisce, insieme al fratello,  l’omonima pasticceria –  paese nel quale ho profondi legami affettivi e in cui affondano le radici della mia famiglia. Ho sposato un mussomelese. Salvatore Buccheri, il mio trisavolo, inoltre, orafo originario di Messina, si stabilì qui con la moglie Benedetta, la loro unica figlia Rosina divenne sposa di Santo Barba. Si tratta quindi di un ritorno alle origini, questo paese è nel mio dna e scorre nelle mie vene. Nel 2017 avevamo omaggiato il maestoso monumento con un liquore alle erbe la cui ricetta viene gelosamente custodita nella nostra famiglia. Ora abbiamo aggiunto ai prodotti dedicati al castello,  il limoncello e un liquore al pistacchio. Per la preparazioni dei liquori utilizziamo materie prime autoctone e del territorio. Io credo profondamente al valore di promozione dei prodotti enogastronomici. Così abbiamo aggiunto a ogni liquore un opuscolo etichetta che fornisce informazione sul castello e sul territorio dove si trova. I liquori del castello sono stati accolti con favore, in Italia ma anche all’estero, soprattutto dal mercato britannico e presto stamperemo il pieghevole illustrativo anche in lingua inglese”. Ilaria è un fiume in piena, dalla sua foga e dalle sue parole appassionate traspare un amore viscerale per Mussomeli. “Ho voluto fortemente – prosegue inarrestabile – aprire un punto vendita qui, nonostante avessimo due pasticcerie avviate, una a Castronovo e l’altra a San Giovanni Gemini.  Mi dicono che ho molto del mio trisavolo. La tenacia per esempio. Ho sentito il richiamo di un paese da cui discendo, così ho lavorato alacremente perché fossimo presenti a Mussomeli dove abbiamo allestito una dolceria e un laboratorio grande e all’avanguardia per mio fratello Giuseppe, maestro pasticcere le cui realizzazioni sono state degustate e apprezzate in tutto il mondo, anche da Capi di Stato, celebrità, personaggi dello mondo della moda e dello spettacolo. Giuseppe ad appena 36 anni vanta un curriculum di tutto rispetto, non a caso diverse volte è stato ospite in trasmissioni televisive di emittenti nazionali, come ad esempio ‘Geo&Geo’ su Rai3. Nella pasticceria di Mussomeli, unendo innovazione e tradizione, vengono realizzati tutti i prodotti per il mercato locale e da esportare. Abbiamo una ossessione maniacale per la freschezza delle materie prime e tutto viene realizzato in modo artigianale. Non utilizziamo semilavorati o prodotti pronti. Giusto per citare un esempio, i cornetti, al giorno d’oggi quasi ovunque confezionati con metodi industriali, sono realizzati da noi in tutto e per tutto: dalla pasta sfoglia alle farciture. Anche i dolci e i liquori del Castello seguono questa logica dell’attenzione dei particolari e degli ingredienti a chilometro zero e comunque rigorosamente siciliani. Nell’entroterra dell’isola ci sono tante potenzialità, dei sapori introvabili altrove. Sarebbe egoistico riservare queste bontà solo per le persone che abitano qui, con la nostra produzione esportiamo non solo prodotti dolciari ed enogastronomici ma contribuiamo a divulgare la conoscenza dei nostri luoghi. Anche i turisti vanno presi per la gola! Così come credo che l’angolo letterario, predisposto nel nostro locale,  sia un mezzo per tramandare la cultura, anche e soprattutto locale. Molti clienti, tra un caffè e un pasticcino, si lasciano sedurre da un libro”. Quando le chiediamo come mai una delle specialità pasticcera più richiesta, frutto del loro estro dolciario, sia stata battezzata “Baciamo le Mani”, Ilaria si accalora e precisa: “Qualcuno ha malignato pensando che fosse un riferimento agli stereotipi di criminalità organizzata che colpiscono la Sicilia. Niente di più falso. Era il nomignolo affibbiato al nostro trisavolo perché aveva modi gentili e galanti, come il baciamano, appunto. Gesti d’altri tempi certo, ma, spesso,  il passato ha un fascino ineguagliabile: il castello chiaramontano docet”.

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