MUSSOMELI – “Sono poco presente in Municipio? Io non vivo di politica, non sono un mestierante della politica e per vivere devo e amo lavorare”. A stretto giro arriva la replica stizzita e tagliente del Presidente del Consiglio Gero Valenza. “Non ho la brandina al municipio, eppure, senza tema di smentita, in coscienza posso affermare di assolvere tutti i compiti che derivano dalla carica che rivesto. Istruisco gli atti ed espleto, a differenza di qualche sedicente stacanovista, gli adempimenti nei modi e nei tempi stabiliti dalle norme”. Il presidente del Consiglio rifiuta poi con fermezza l’ipotesi di una risposta non trovata per distrazione. “Svista? Dando per buona l’ipotesi che io sia stato disattento, sarebbe al limite dell’assurdo avallare la tesi di una distrazione contagiosa, estesa anche al Segretario Comunale che visiona tutti gli atti che vengono sottoposti al vaglio del Consiglio Comunale. Lunedì con la dottoressa Maniscalco, anche lei ignara della risposta del 7 giugno, abbiamo stilato un documento per sollecitare il primo cittadino a rispettare i termini entro cui rispondere agli atti dei consiglieri”. Sui rapporti tra primo cittadino e civico consesso Valenza si infervora e si appassiona. “Voglio ridare dignità – spiega- al Consiglio Comunale e ai consiglieri. Una dignità che il primo cittadino ha mortificato, svilendo le funzioni e le prerogative dell’assemblea. Gli atti, le richieste, gli in
dirizzi espressi in Consiglio Comunale sono rimasti lettera e parola morta dato che il sindaco Catania ha disatteso e ignorato la volontà dei rappresentanti dei cittadini. Come Presidente ricordo al sindaco che il Consiglio Comunale è anzitutto un organo di indirizzo e di controllo, pertanto, ho il dovere di vigilare sulla legittimità e legalità dei lavori d’aula. Ieri sono spuntate le due note assunte al protocollo giorno 7 giugno, con numeri progressivi successivi, ovvero acquisite una dopo l’altra, eppure sono state utilizzate due penne diverse, di colore differente, con due metodi distinti, in una la data è scritta a penna, nell’altra è stato apposto un timbro. Sono incongruenza almeno sospette. Saranno gli inquirenti a dire se queste anomalie sono semplici sviste o c’è dell’altro”. Il dermatologo rincara la dose e incalza: “Io sarei poco presente eppure sono in grado di argomentare e prepararmi un discorso da solo. Il sindaco perennemente impegnato a pubblicare sui social, a condividere post che spaziano dall’oroscopo ai rompicapo, a prendersi i meriti anche del sole che sorge, a sferrare attacchi immotivati al Libero Consorzio, ieri in Consiglio, durante un intervento che nelle intenzioni doveva conferirgli la perizia del fine giurista, nei fatti, dopo che è stato smascherato, si è ridotto a un miserrimo plagio, poiché era stato copiato e incollato per intero da un portale giuridico. Forse è il caso che stia meno sui social e più a lavorare e a studiare”.