MUSSOMELI – Una sorta di invito a consumare e comprare a chilometro zero. E’ questa la logica che sottosta alla campagna di sensibilizzazione “compromussomelese”, elaborata dall’Amministrazione Comunale di Mussomeli, a sostegno dei consumi interni. “Attraverso la campagna partita nella giornata di ieri – scrive il sindaco – l’obiettivo è quello di sensibilizzare i cittadini di Mussomeli al sostegno dei consumi interni.Attraverso l’acquisto presso le attività presenti a Mussomeli, di prodotti e servizi che ciascuno di noi, chi più chi meno mette in pratica nella sua quotidianità, sarà possibile sostenere il tessuto produttivo locale”. Una iniziativa senza dubbio meritoria ma che non può non tenere conto di alcuni fattori che questa testata denuncia da tempo. Basta leggere l’articolo, a titolo esemplificativo,
“Chi paga e quanto costa il conto dell’isolamento e dello spopolamento” (cliccateci sopra per aprirlo), in cui appena 5 mesi fa si prevedeva la chiusura di diverse attività commerciali e si dipingeva uno scenario poco roseo se non si fossero risolte queste emergenze. A distanza di meno di 5 mesi come preannunciava l’articolo, senza che sia stato necessario far ricorso a poteri di divinazione ma solo al buonsenso, Mussomeli è un paese isolato come non mai e nell’arco temporale indicato hanno chiuso i battenti pizzerie,negozi di elettronica, botteghe, bar e, più in generale, esercizi commerciali di ogni tipo. L’artigianato sta scomparendo, sono in via d’estinzione o estinti falegnami, fabbri, calcolai, tappezzieri e così via. Le manovalanze sono ferme, l’edilizia paralizzata. I soldi e il commercio, soprattutto in alcuni settori, sono concentrati nelle mani di pochi o di colossi stranieri. La voragine sulla SP 38 è simbolo del baratro annunciato. Per cui la campagna che, ripetiamo, è lodevole nelle intenzioni, non potrà sortire effetto alcuno se i cittadini consumatori non verranno messi, con un meccanismo che rilanci i tradizionali comparti sui cui si è fondata la ricchezza di Mussomeli, nelle condizioni di comprare e i commercianti, attraverso infrastrutture e agevolazioni fiscali-burocratiche, in quelle di vendere, ad armi pari, con i grandi competitor che stanno monopolizzando l’economia del Vallone, utilizzato come bancomat da cui prelevare soldi da mettere in circolo e spendere altrove.