VILLALBA- Il 10 agosto 2016, alle ore 19:00, è stato inaugurato il Museo Etnoantropologico Comunale, sito nel Palazzo della Cultura “Sikania” di Viale Regione Siciliana a Marianopoli.
Il comunicato pervenutoci dall’Amministrazione comunale, riporta dati e informazioni sul riallestimento della struttura museale. “Il riallestimento del Museo è stato diretto dall’ arch. G. C. Nucera, Direttore del Museo Regionale Interdisciplinare di Caltanissetta, già Dirigente del Servizio Storico-Artistico ed Etno-antropologico della Soprintendenza, progettista e codirettore dei lavori, con l’arch. M. Giglio, già Dirigente Responsabile dell’U.O. Etno-antropologica della Soprintendenza e finanziati dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con la collaborazione di M. Nicosia, E. Tallo, S. Bello, G. Ballacchino e R. Curto, per l’importo complessivo di € 102.754,30. Consulente scientifico per l’allestimento del percorso etnografico del museo è stato il prof. Antroplogo I. Buttitta della Facolta di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo. L’impresa esecutrice dei lavori è stata la Ditta CO.GE.CA. di Ravanusa”. Quanti fossero interessanti potranno fare un “viaggio culturale” attraverso culture e reperti di cinque millenni. Tra i reperti del Museo Archeologico, oggetti di grande rilievo culturale sono la zappa e il vomere d’aratro in ferro, del VI sec. a.C.: significativamente sono gli stessi strumenti, stavolta del XIX sec., con cui si riapre il riallestimento del Museo Etnoantropologico, aperto originariamente nel novembre del 1995, a dimostrazione di una fase di perenne Civiltà Contadina arrivata fino a noi.
Il Museo raccoglie documentazione e reperti storici della vita quotidiana in epoche antiche e fino al recentissimo passato. Il Museo custodisce attrezzi della cerealicoltura e panificazione e utensili di uso domestico, cicli della pastorizia e caseificazione, dell’olivicoltura e della viticoltura.
Nella struttura museale sono pure rappresentate le stanze da letto e del lavoro. Inoltre si possono ammirare due interessanti carretti, alcuni aratri di diverse forme e dimensioni in legno e in ferro e macchine agricole costruiti tra la fine dell’Ottocento e la seconda metà del Novecento. “Lo scopo, per cui è nato questo luogo di cultura, è dettato dalla volontà di fare memoria, per non dimenticare le preziose radici della Civiltà Contadina- viene sottolineato nella nota”.
Tra attrezzi ed utensili di uso domestico, paramenti cerimoniali e collezioni etnografiche vengono ripercorsi i cicli e le stagioni della vita rurale, nella perenne sacralità del tempo agrario. Il riallestimento museografico dei numerosi reperti è stato intitolato dall’Amministrazione Comunale alla figura di Padre don Salvatore Benvenga, o Benvegna, nato verso il 1778 e morto in fama di santità, assassinato barbaramente a circa 36 anni, il 14 ottobre 1814 in prossimità del torrente Belici, presso la Masseria Scala Vecchia, dove un’edicola era meta di devozione e pellegrinaggio contadino fino al 1933, allorchè una piena del fiume la distrusse. Le spoglie mortali di “Patri don Sarbaturi” sono state degnamente conservate presso la nostra Chiesa Madre. Nel 2014 è stato celebrato il bicentenario della morte, a ricordo e venerazione della sua figura nella memoria contadina del latifondo manchese, fino ai nostri giorni; motivo per cui gli è stato dedicato il Museo della Civiltà Contadina che si riapre. “Per l’impegnativo lavoro che ha consentito la riapertura del Museo – conclude il comunicato- un ringraziamento particolare va all’allora Assessore Regionale A. Pagano, alla dott.ssa R. Panvini, cittadina onoraria di Marianopoli, al dott. L. Guzzardi, già Soprintendenti, ed all’attuale Soprintendente Caruso”.