MUSSOMELI – Lo chiamano disaster tourism, turismo della calamità, la pratica macabra ma sempre più diffusa di visitare luoghi in cui si verificano disastri ambientali, strutturali provocati dalla natura o dall’azione e dall’omissione umana. Potrebbe essere la nuova frontiera su cui puntare per attirare visitatori a Mussomeli che di calamità e disastri ne ha accumulati così tanti da poter organizzare una sagra di rilevanza mondiale. L’ultimo in ordine di tempo ma non di gravità risale a stamane in contrada Soria, che ha paralizzato la circolazione sulla SP 211 che collegava il centro manfredonico a contrada Tumarrano. Non si tratta di gridare allo scandalo dopo che si è consumato, quattro mesi addietro avevamo denunciato anzitempo, basta leggere l’articolo “Disastro viabilità: anche la Mussomeli Tumarrano rischia la chiusura”. Subito i politici e politicanti locali ci accusarono di procurato allarme, come se bastasse non parlare dei problemi per risolverli. Così chi è arrivato a Mussomeli, grazie a qualche virtuosismo o gioco di prestigio, si trova nella condizione degli avventori della celebre canzone “Hotel California” degli Eagles dove chiunque è benvenuto ma “but you can never leave!”, nessuno può andare via. Ora la condizione di chi vive a Mussomeli è sempre più terribilmente simile a quella estrema di un eremita in clausura. Con una sola ma sostanziale differenza: nessuno ha scelto la solitudine e la volontaria prigionia di chi decide di ritirarsi dal mondo. D’impeto verrebbe da dire che questo è un posto dimenticato da Dio, qui però le responsabilità non sono divine ma umane. La politica incapace è riuscita a superarsi. Mussomeli è l’ombelico della Sicilia dove, però, è stato reciso ogni cordone di comunicazione e collegamento con il resto del pianeta. Non resta che cambiare la segnaletica del centro manfredonico. Se altri comuni si fregiano del titolo di centro denuclearizzato, noi potremmo fare appello a un neologismo, con un cartello che potrebbe recitare così: “Benvenuti a Mussomeli, paese destradalizzato!”.
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