« Grazie ai collaboratori di giustizia per il loro coraggio e determinazione di mettersi dalla parte dello Stato contribuendo a far luce su fatti del passato che non avevano verità». Un segno di riconoscenza, alla ricerca della verità, che è arrivata da Eugenio Di Francesco, componente dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”
« Questo è il segno tangibile di una vera “rivoluzione culturale” non più uomini d’onore ma uomini che nel riconoscere i propri errori decidono di abbandonare il passato facendo ordine e pulizia nella loro vita, abbattendo le barriere del silenzio e dell’omertà». È andato avanti.
Ma la gratitudine ancor più forte e profonda è andata «ai carabinieri, in modo particolare al Comando provinciale di Caltanissetta, alle unità speciali dell’Arma, al nucleo investigativo del Reparto operativo, alla stazione carabinieri Riesi ed ai magistrati per aver fatto luce su gravi fatti avvenuti negli anni passati, smascherando colo che, a vario titolo, si sarebbero resi responsabili di associazione mafiosa, omicidi, estorsioni, produzione e traffico di droga», è andato avanti Di Francesco
E, partendo dalla considerazione che «ancora una volta Riesi è sotto i riflettori della cronaca regionale e nazionale, una comunità che con dolore porta con sé gli errori e gli orrori di molti uomini criminali che hanno portato lutti e infangato il paese usando l’arma della sopraffazione e della violenza», l’auspicio dello stesso Di Francesco è che «in un momento storico così delicato dove la città è attonita e sgomenta, occorre trovare la forza per uscire fuori da questi ingranaggi perversi, con scelte coraggiose che portano alla difesa morale di ogni cittadino riesino. Auspico – ha concluso – che si rompa il clima di silenzio e di paura, e chi ha subito atti di sopraffazione trovi il coraggio di denunciare e parlare».