MUSSOMELI – Ieri alle 19 nella sua abitazione palermitana di via Telesino aveva scambiato due chiacchiere con la persona che l’aiutava a governare la casa dove viveva con il fratello, alle 21 l’hanno trovata esanime. Così a 91 anni si è scritta la parola fine all’esistenza della lady di ferro, Teresa Sardisco. Lei che è stata iconica guida delle scuole medie di Mussomeli. Autorevole, autoritaria, doverista e rigorosa nel lavoro. Dismessi gli abiti di dirigente scolastica, usciva fuori la sua indole comprensiva, umana, affettuosa. Così questo atteggiamento bivalente ha fatto si che apparisse austera, burbera e severa, tanto che non c’era alunno a cui il suo sguardo non incutesse timore. Un attimo dopo emergeva la persona capace di slanci di infinita umanità e bontà. Per questo oggi la piangono, unanimemente, insegnanti, ex scolari e conoscenti, consapevoli che dietro quella corazza di rigore e disciplina, si celava una donna piena di empatia, che adorava i suoi alunni, i docenti e il personale della scuola, considerati alla stregua della sua famiglia. Era, infatti, rimasta nubile, “consacrata”alla causa scuola di cui aveva sposato, totalmente, la missione formativa. Laureata in lettere, la palermitana professoressa Sardisco iniziò la sua esperienza nell’amato “Vallone” a Campofranco, dove insegnò per alcuni anni. Nel 1970 approdò alla scuole medie come preside, una carica che mantenne per quasi trenta anni, fino al pensionamento, avvenuto alla fine degli anni novanta. Lei era così, si innamorava dei luoghi, delle persone, delle case. In questo modo non le è stato difficile considerare Mussomeli il suo paese, ripeteva compiaciuta “Ho trascorso più tempo qui che a Palermo. Qui sono a casa”. Quella che doveva essere una coinquilina, l’insegnante Rosetta Cimò, è diventata una sorella acquisita. Gli inverni, da preside, in via P.E. Giudici, nella casa vicino al santuario della Madonna dei Miracoli a cui era devotissima. Le estati, da mussomelse doc, in villeggiatura bucolica nella casa in contrada Bosco. Da bambino, durante la bella stagione, ho trascorso tantissime giornate con lei nella residenza di campagna, ricordo la pazienza con la quale rispondeva alle mie infinite ed estenuanti domande, anche alle più strampalate, quegli interrogativi surreali che solo la mente ingenua e prolifica di un piccino può partorire. In qualche occasione si è prestata anche a farmi da baby sitter. Io ho imparato a conoscerla presto sotto questa ottica, da allora non ho mai avuto timore o soggezione, nemmeno quando è stata la mia preside. Con l’inseparabile Rosetta che solo la legge si ostinava a sostenere che non fosse la sorella, aveva creato a Mussomeli il suo mondo, dove era rispettata da tutti e rispettava tutti. E’ ritornata a Palermo a malincuore, per senso del dovere e altruismo: il fratello aveva bisogno del suo supporto. Ma non ha mai reciso il cordone cche la legava al paese manfredonico, ogni pretesto era buono per tornare o per parlarne oppure per ricordare il tempo che vi aveva trascorso. Non ha mai dimenticato la capitale del Vallone e Mussomeli non la dimenticherà mai. Domattina, 1 marzo, alle 11 nella chiesa di San Tommaso a Palermo, si celebrerà il rito funebre, mentre alle ore 17,30 presso la chiesa di Cristo Re a Mussomeli sarà officiata una messa in suffragio di questa straordinaria e generosa preside che rigava e faceva rigare dritto scuola e scolari.
Il Direttore, commosso, esprime profondo cordoglio ai familiari della carissima Preside, Professoressa Teresa Sardisco