Suicidio della tredicenne. L’appello della sorella: “Basta con dicerie, il motivo del gesto è ignoto anche a noi. Pregate e amatevi in vita”

MUSSOMELI – Io  avevo scelto il silenzio perchè  la pubblicazione della notizia di un suicidio di una tredicenne è  profondamente “inutile  ed è crudele  cagionare altra sofferenza ai familiari e a chiunque sia già fortemente provato dal dolore”.   Tuttavia, se questo  calvario è amplificato dal chiacchiericcio e a chiederne la pubblicazione  di un articolo sono gli stessi familiari che, col silenzio,  ho voluto preservare da clamori mediatici, curiosità morbose, allora la coscienza mi impone  di soffocare i miei convincimenti e di  dare diffusione all’appello, sperando di ridurre anche solo di un atomo il dolore per  una tragedia di portata inenarrabile.

Nel comunicato che pubblichiamo pressoché integralmente, sostituendo solo i nomi con le iniziali,  si legge: “Sono E.S.  la sorella di G.S., la ragazza che purtroppo ci ha lasciati, dandosi la morte venerdì scorso.

Voglio far tacere le voci di paese e non,  e far sapere a tutti quelli che inventano cose che il vero motivo non lo sappiamo neanche noi della famiglia e attualmente nemmeno i carabinieri stessi  capiscono l’accaduto.
Non esiste nessuna malattia, nella lettera che mi ha lasciato parlava di tutto ma non del motivo, non c’è scritto assolutamente nulla che possa far trapelare una motivazione.
Per cui chiedo a tutta la comunità di stringersi nel dolore e di evitare qualsiasi supposizione inesistente o/e di arrivare a conclusioni soggettive..
Concludo dicendo che è tempo di smettere di inventare o indagare non è il vostro compito  bensì dei  carabinieri della compagnia di Cammarata.
L’unica cosa che dovete fare é pregare.
Faccio un ultimo appello: amatevi oggi,   domani è troppo tardi e io ho amato mia sorella perdutamente”.

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