MUSSOMELI – Non sono piaciute al Presidente del Consiglio, Gero Valenza, le affermazioni alla carta stampata del consigliere Enzo Vullo tra i cosiddetti “angeli della neve”, uomini che con mezzi meccanici lavorarono nel 2017 per spalare strade e destinatari di un rimborso spese di 48mila euro. In particolare Vullo, finito al centro di una presunta incompatibilità a ricevere il rimborso, ha dichiarato di volere destinare i soldi per l’acquisto di un defibrillatore, a prescindere dalla riscossione o meno delle somme dal Comune e ha accusato Valenza di scarsa sensibilità sul tema dei dispositivi antiaritmici. “Il bene si fa e si fa in silenzio”. Così esordisce il medico. “Lo ricordo al consigliere Vullo – prosegue il dermatologo – che si sente denigrato e, improvvisamente folgorato dall’utilità del defibrillatore, lasciando intendere con improvvide dichiarazioni a mezzo stampa, perfino che non ne ravviserei l’importanza. Capisco che ultimamente sulla solidarietà si è ingenerata molta confusione: attività espletata con promessa di rimborsi di spese faraoniche, volontari prezzolati, buoni samaritani che dichiarano di voler fare beneficenza coi quattrini pubblici. Ebbene ribadisco a Vullo il bene, se si è mossi da sentimenti sinceri di liberalità, va fatto con discrezione e senza condizioni. Quando lo si strombazza ai quattro venti, cercando gli onori della cronaca, quando la propria tasca si utilizza solo in via sussidiaria e per coprire una incompatibilità grande come i fiocchi di neve caduti nel 2017, questa non è generosità ma pubblicità travestita da generosità. Non si rinuncia a ciò di cui non si ha diritto, né dal punto di vista amministrativo è ammissibile che i soldi erogati per l’emergenza neve cambino destinazione. Per cui – continua Valenza – i proclami del consigliere sono fuorvianti. Ad ognuno il suo campo. All’agricoltore Vullo ricordo che da medico ho piena contezza dell’importanza dei defibrillatori, forse non ha memoria che lo scorso dicembre lui e la sua maggioranza hanno ignorato la proposta di Pensare Solidale, peraltro l’unica alternativa a quella finanziata e che prevedeva, tra l’altro l’installazione di un defibrillatore al cinema Manfredi coi soldi della democrazia partecipata. In quel caso Vullo e i suoi dante causa destinarono circa 8 mila euro ad altro, mentre i defibrillatori passarono in secondo piano. L’impressione diffusa fu che le cambiali elettorali furono onorate e un dispositivo salvavita venne svenduto per un pugno di voti. Sulla mia sensibilità per il sociale proprio perché credo che la generosità non debba generare rumore ma produrre risultati, l’ho sempre esercitata, affidandola al mio cuore e al buon Dio, piuttosto che al taccuino dei giornalisti. Ricordo che quando vennero inaugurati, nel quartiere di San Giovanni, i lavori di rifacimento di Piazza del Popolo anche con l’indennità di carica che, e in questo caso è corretto parlare di rinuncia, ho destinato interamente alla collettività, mentre i farisei annunciavano, si pavoneggiavano all’ombra dei microfoni e alla luce dei flash, io ho preferito il silenzio. Non sono andato. Ero in studio – precisa il dottore Valenza – a curare i miei concittadini, a prescindere che fossero o meno miei assistiti, da dermatologo, a pelle, ho sempre creduto che il bene si esercita gratuitamente, senza avere nulla a pretendere ma per il gusto di dare”.
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