Home Attualità Ottobre caldissimo e anomalo. La calura autunnale minaccia l’agricoltura

Ottobre caldissimo e anomalo. La calura autunnale minaccia l’agricoltura

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Mussomeli – Continua questo caldo e anomalo  ottobre con temperature decisamente al di sopra delle medie stagionali. Domenica scorsa, per esempio, mentre in tutte le regioni d’Italia si disputava la generosa partita del FAI, in Sicilia i più sono stati combattuti fra un weekend all’insegna dei tesori da scoprire e un ultimo bagno di fine stagione. Da una parte all’altra della Trinacria, immagini di spiagge affollate per gli irredimibili del mal di mare e della tintarella prolungata, hanno invaso i social. Totalmente noncuranti della campanella autunnale che, già da qualche settimana, ha annunciato quella che dovrebbe essere la stagione della serenità dopo la frenesia estiva. Eppure, a fronte delle giornate di relax al mare, gli agricoltori che, nel frattempo, si stanno aiutando “con le mani e con i piedi”, cominciano a temere le mancate piogge. Forte dell’esperienza degli anni precedenti, c’ è persino chi ha deciso di lasciare i campi incolti, quantomeno per il grano. “Non conviene” è l’espressione più diffusa fra gli addetti ai lavori, mentre financo sciami di zanzare e l’ulteriore razionamento di erogazione idrica ci fanno realizzare che qualcosa non va! Un caldo anomalo responsabile, a detta degli esperti, di malesseri non meglio identificati fra i quali non mancano irascibilità e spossatezza. Lo ricordiamo, che il 2024 è stato l’anno record di notti tropicali, ventisei per l’esattezza, il dato più alto degli ultimi vent’anni, secondo il Servizio informativo agrometereologico della Regione Siciliana (Sias). In Sicilia le ore più buie hanno toccato i 28 gradi. A risentirne, carciofi, olive e grano, vittime di questi fenomeni da nuova crisi climatica in scena nel cuore del Sud. Dove da troppo tempo ormai si registrano temperature sempre più simili a quelle del Maghreb di giorno e a quelle tropicali di notte. Mentre non piove da un anno, le temperature sono elevatissime e gli invasi a secco. Campi agricoli aridi e animali a cui manca acqua e foraggio. Se non è apocalisse questa, di peggio non ci è dato immaginare! E se aggiungiamo pure la piaga degli incendi, il quadro si fa davvero più sconfortante e desolante. Nonostante la crisi idrica l’isola che rapì il cuore e la mente del poeta tedesco, sul finire del ‘700, continua -ahinoi!- a fare acqua da tutte le parti. Ieri le giornate FAI ci hanno regalato una pausa di Bellezza. Che salva… ma non sempre… purtroppo!

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