Caltanissetta – Condannato perché accusato di avere palpeggiato una ragazzina. E; perdipiù, nel suo pc è stato pure trovato materiale pedopornografico che avrebbe contribuito a divulgare.
Questo, in sintesi, il quadro accusatorio a carico di un volontario della Croce rossa, il quarantunenne nisseno F.S. – assistito dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo – che è uscito dal primo grado del giudizio con una condanna a nove anni di carcere per per violenza sessuale aggravata, detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Per lui la pm Chiara Benfante aveva chiesto la pena a tredici a sei mesi di carcere.
Ma non è tutto. Il tribunale lo ha pure condannato al pagamento di una provvisionale di 5 mila euro e il risarcimento dei danni in favore i familiari della ragazzina – assistiti dall’avvocato Simone Lupo – e la stessa Croce Rossa – rappresentata dall’avvocato Giuseppe Passanisi – costituiti parte civile.
Secondo la tesi accusatoria, il volontario della «Cri», durante un campo scout, avrebbe palpeggiato nelle parti intime una tredicenne. Mentre il volontario e la ragazzina stavano chiacchierando il trentasettenne, avrebbe allungato le mani sull’adolescente. E con la forza l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime.
La tredicenne, appena poi arrivata a casa, ha raccontato tutto ai genitori. E immediatamente si sono presentati in caserma per denunciare l’accaduto.
Ma lui, l’accusato, ha sempre raccontato un’altra versione dei fatti. E, secondo la sua “verità”, la tredicenne quel giorno accusava crampi allo stomaco e forti dolori, tanto da vomitare. L’avrebbe aiutata a girarsi su un fianco. E lui, come altri volontari, l’avrebbero assistita in quei frangenti.
A rincarare poi la dose, a carico dello stesso volontario, è stato il ritrovamento all’interno del suo computer di materiale pedopornografico che – secondo carabinieri e magistrati – lui avrebbe contribuito a diffondere.