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Per due anni le avrebbero estorto soldi, arrestata sospetta ricattatrice sancataldese e denunciata la complice

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San Cataldo – Soldi per non denunciarla ai carabinieri. E minacce di morte per rincarare la dose. Nel mirino delle due sospette estorsrici, entrambe di San Cataldo, è finita una trentaseienne di Santa Caterina, che avrebbe subito pressioni e intimidazioni.

Una delle sospette ricattatrice – assistita dagli avvocati Alfredo Danesi e Giuseppe Fussone – è stata presa con le mani nel sacco. Mentre stava ricevendo soldi dalla presunta vittima delle richieste, peraltro affetta da qualche piccolo problema.

L’altra, la sospetta complice, invece , è stata segnalata alla procura. Per tutte e due l’ipotesi è di estorsione. Questa la contestazione mossa nei loro confronti dal pm Paolo Carmelo Lo Giudice.

Tutto sarebbe partito da un presunto danno alla portiera dell’auto dell’adesso arrestata. E con quel pretesto – secondo la tesi accusatoria – le altre due le avrebbero spillato un bel po’ di soldi, minacciandola di andarla a denunciare ai carabinieri nel caso non avesse pagato o di ammazzarla. E per un paio d’anni la malcapitata, secondo la ricostruzione investigativa, avrebbe versato quattrini nelle mani delle altre due.

La loro presenza, a Santa Caterina, non era sfuggita ai militari in servizio in paese. E così le hanno tenute sott’occhio.

Fino a quando la vittima, poche settimana fa, ha presentato una denuncia nei confronti delle due sancataldesi.

Così, concordata una nuova consegna di denaro, all’appuntamento si sono pure presentati i carabinieri che hanno arrestato la quarantasettenne che aveva appena incassato le banconote. È finita, nell’immediato, su disposizione della procura, ai domiciliari. L’altra, la presunta complice, non presente in quel frangente, è stata segnalata alla procura.

L’accusata – che poi ha fornito una tesi a discolpa tracciando tutt’altro scenario rispetto a quello dell’accusa – è comparsa al cospetto del gip Santi Bologna che, nel convalidare l’arresto, ha disposto la scarcerazione sottoponendo la donna al divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei frequentati.

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