Home Cronaca Pizzo per mantenere i detenuti in carcere, chieste due condanne 

Pizzo per mantenere i detenuti in carcere, chieste due condanne 

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Caltanissetta – Il pizzo per foraggiare il sostentamento dei detenuti in carcere. È il leitmotiv dell’inchiesta che poco più di un anno addietro li ha trascinati in carcere.

E adesso la procura, che aveva già formulato le sue richieste di condanna, dopo la riapertura dell’istruttoria ha richiesto ancora una volta l’affermazione di colpevolezza a carico dei due con le medesime pene proposte quattro mesi fa.

In particolare 12 anni di reclusione e 14 mila euro di multa per il cinquantottenne Giuseppe Dell’Asta, già condannato anni addietro definitivamente per mafia e ritenuto, in passato, nelle alte sfere di cosa nostra nissena.

Resta ferma anche la proposta di pena a 8 anni di carcere e 10 mila euro di multa per il sessantunenne Giovambattista Vincitore.

Estorsione aggravata dai metodi mafiosi e autoriciclaggio aggravato in concorso le contestazioni mosse a carico dei due – assistiti dagli avvocati Davide Anzalone, Dino Milazzo e Boris Pastorello – seppur passando per un distinguo quanto ai loro presunti ruoli in questa vicenda.

Sì, perché dell’Asta avrebbe contattato l’imprenditore costringendolo poi, anche con minacce, a sottostare alle richieste di denaro.

L’altro, Vincitore, invece, attraverso la sua azienda avrebbe incassato i pagamenti del taglieggiato per lavori fantasma. versamenti che avrebbero celato, in realtà, il frutto delle estorsioni.

Nei loro confronti si sono costituiti parti civili il Comune (assistito dalle avvocatesse Daniela Sollima e Roberta Giordano), l’imprenditore edile che sarebbe stato taglieggiato e il fratello (assistito dall’avvocatessa Renata Accardi) e l’associazione Rete per la Legalità Sicilia aps – associazioni e fondazioni contro il racket e l’usura (assistito dall’avvocato Luigi Cuba) che, adesso, si sono rifatti alle conclusioni della procura.

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