Home Cronaca Pretendevano soldi per mantenere i detenuti in carcere, chieste due condanne

Pretendevano soldi per mantenere i detenuti in carcere, chieste due condanne

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Caltanissetta – I soldi sarebbero serviti per mantenere i detenuti in carcere. E, non esitando a ricorrere a maniere forti, li avrebbero pretesi da un imprenditore edile.

Ora la procura per queste richieste estorsive, peraltro con metodi mafiosi, ha chiesto due condanne a carico di altrettanti imputati a giudizio con il rito abbreviato.

Le proposte sono state avanzate nei confronti del cinquantasettenne Giuseppe Dell’Asta che rischia dodici anni di carcere  e quattordicimila euro di multa , mentre per il cinquantaquattrenne Giovambattista Vincitore sono stati sollecitati otto anni di reclusione e diecimila euro di multa.

Il primo è stato ritenuto dagli inquirenti uomo di primo piano in cosa nostra nissena, l’altro un imprenditore con problemi giudiziari per truffa nel suo passato.

I due – assistiti dagli avvocati Davide Anzalone, Dino Milazzo e Boris Pastorello – sono accusati di estorsione aggravata dai metodi mafiosi e autoriciclaggio aggravato in concorso.

Secondo la tesi accusatoria in una quindicina di mesi avrebbero estorto a un imprenditore edile qualcosa settantacinquemila euro. Questo il quadro ricostruito dalla procura.

Soldi che poi, secondo la tesi degli inquirenti ,  avrebbe incassato con bonifici Vincitore in cambio di fatture per lavori e forniture assolutamente inesistenti. Quattrini che poi avrebbe spartito con Dell’Asta che, invece, sempre per i magistrati, si sarebbe preoccupato di agganciare e minacciare espressamente la vittima nel caso in cui si fosse rifiutato di pagare. Quel denaro, secondo quanto prospettato alla stessa vittima di richieste, sarebbe servito per il mantenimento dei reclusi in carcere.

Nei confronti dei due imputati , l’imprenditore edile che sarebbe stato “spremuto” e il fratello  – assistiti dall’avvocatessa Renata Accardi – l’associazione Rete per la Legalità Sicilia aps – associazioni e fondazioni contro il racket e l’usura – assistita dall’avvocato Luigi Cuba – e il Comune di Caltanissetta – assistito dalle avvocatesse Daniela Sollima e Roberta Giordano  – sono costituiti parti civili . E per le loro conclusioni  si sono rifatti alle richieste dell’accusa.

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