Caltanissetta – In cella è rimasto rinchiuso per poco meno di una ventina di giorni per una vicenda di droga. Ma dopo quell’esperienza angosciante da recluso è stato riconosciuto non colpevole.
Lui che la sua innocenza l’aveva gridata forte fin dal momento del suo arresto, scattato insieme a quello del fratello e del padre.
E ora un trentatreenne Giuseppe G. ha chiesto e ottenuto dal giudice un indennizzo per quel periodo passato dietro le sbarre.
V’era finito nel momento in cui la polizia aveva scoperto una piantagione di marijuana nelle campagne del Gelese. In contrada Bulala in particolare. E in quel frangente gli agenti hanno rinvenuto anche una quarantina di chili della stessa sostanza già essiccata.
E in quel frangente sono scattati tre provvedimenti restrittivi per coltivazione illegale di stupefacenti, che hanno interessato lo stesso trentatreenne, il padre e il fratello.
Quest’ultimo ha poi patteggiato la pena assumendosi la paternità di quel migliaio di piante di cannabis scoperte dalla polizia e il resto della sostanza già essiccata.
Mentre gli altri due sono poi usciti indenni dalla parentesi giudiziaria. E adesso il sospetto coltivatore di droga. che coltivatore di droga non era, ha ottenuto l’indennizzo.
Sì, perché anche per il giudice – a cui si è rivolto – quella subito allora è stata una ingiusta detenzione. Da qui, adesso, il risarcimento di seimila euro.