Caltanissetta – La sua denuncia lo ha trascinato in cella, ma adesso ha ritrattato quelle pesanti accuse. Le stesse che erano state al centro di una procedura “codice rosso”. E che poi hanno pure fatto scattare un processo a carico del presunto «compagno violento» che, sotto effetto di alcol e droga, l’avrebbe pure malmenata.
Un caso che sta riguardando un trentunenne nisseno, L.M.P. – assistito dall’avvocato Ernesto Brivido – trascinato sotto processo per rispondere di maltrattamenti in famiglia. Che si sarebbero consumati per lungo tempo , nei sei anni e mezzo compresi tra il maggio di sette anni fa e il dicembre dello scorso anno.
La sua compagna lo ha dapprima accusato di averla presa a botte anche quando era in gravidanza. Schiaffi e pure un pugno a un orecchio, per motivi di gelosia, nonostante la presenza di bambini. Ma non è tutto. Perché secondo i contenuti di quell’originaria denuncia, le avrebbe pure sfasciato la porta di casa e il cruscotto dell’auto e altro ancora. E poi pesantissimi epiteti rivolti a lei. Di ogni tipo e assai offensivi.
Ma sarebbe andato anche oltre. Già, perché non digerendo la decisione di lei che avrebbe voluto troncare la loro relazione sentimentale, l’avrebbe minaccia di morte con frasi del tipo «fammi arrestare e quando esco vi ammazzato tutti» o «ti sparo, ti ammazzo, ti brucio la macchina e ti brucio la casa perché è tutto mio».
Ma alla fine la giovane è stata protagonista di un clamoroso dietrofront. Sì perché ha ritrattato le iniziali accuse , etichettandole come non vere. Ma quando il suo compagno è già finito sul banco degli imputati per rispondere di maltrattamenti.