Caltanissetta – Prima avrebbe tentato d’investire tre cani, poi una donna che s’era posta a protezione degli animali. E alla fine, per l’autore dell’azione, un paio di accuse hanno retto, altrettante no.
Così s’è concluso il processo a carico del settantacinquenne nisseno Giovanni Frenda – assistito dall’avvocato Michele Micalizzi – che alla fine è stato condannato alla pena a un mese e venti giorni, con il beneficio della sospensione, per lesioni personali aggravate e minacce.
Di contro è stato assolto per le ipotesi di tentata uccisione di animali e violenza privata aggravata. Così ha sentenziato il giudice Giuseppina Chianetta ed entro novanta giorni motiverà la decisione.
Per l’imputato l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Stefano Sallicano, aveva chiesto la condanna a un anno di carcere per tutte e quattro i capi che erano stati contestati.
Ma è stato pure condannato a risarcire la parte civile, Sabrina G. – assistita dall’avvocatessa Gabriella Giordano – con l’entità del danno che il giudice ha quantificato in ottocento euro. Inoltre dovrà pure pagare le spese legali.
La burrascosa vicenda risale al 6 novembre di cinque anni fa in via XXV Aprile. Lì, l’imputato, al volante di una Fiat Panda, avrebbe puntato contro tre cani che vagavano per strada. La donna s’è posta a loro protezione, rischiando a sua volta di essere investita dall’utilitaria. E non accidentalmente, ma volontariamente, secondo l’accusa. Lo avrebbe evitato solo lanciandosi per terra e procurandosi pure qualche contusione nella caduta.
Ma non sarebbe finita qui. Già, perché il settantacinquenne si sarebbe fermato scendendo dall’auto non per soccorrere la donna, ma per minacciarla. Sì, perché afferrando un sasso da terra, avrebbe mimato il gesto di volerlo lanciare contro lei mentre le avrebbe urlato più di una volta una frase del tipo «Si nun tinni vai iccà, ti sputu in facci». Poi grazie all’intervento di alcuni passanti la questione si sarebbe chiusa lì.