Caltanissetta – Una “super perizia” per mettere nero su bianco in relazione alla provenienza di un tesoro milionario che l’accusa ritiene sospetto.
Lo ha disposto la sezione misure di prevenzione patrimoniali del tribunale chiamato a decidere sul futuro dei possedimenti dell’imprenditore settantunenne Giuseppe Li Pera e dei figli Alessandro, Isabella e Pamela e Salvatore D’Antoni , marito di Isabella – assistiti dagli avvocati Ernesto Brivido, Daniele Osnato, Giovanni Grasso e Rudy Maira – che hanno subito il maxi sequestro di beni.
Lo ha eseguito nell’estate di due anni fa dalla direzione investigativa antimafia di Caltanissetta per un valore stimato nell’ordine di una decina di milioni di euro.
Adesso il tribunale ha conferito incarico al commercialista nisseno Gianluca Costanzo che ha chiesto tre mesi di tempo per rispondere ai quesiti che gli sono stati posti.
Sostanzialmente dovrà valutare la proporzionalità tra i redditi dichiarati dai vari componenti della famiglia e i loro reali possedimenti. Per verificarne la congruità.
È sull’onda di varie consulenze di parte che avrebbero attestato la liceità della provenienza dei beni che, alla fine, è stato disposto questo nuovo maxi esame affidato a un esperto incaricato dallo stesso Collegio.
I “sigilli”, nel luglio dello scorso anno, sono scattati per otto società attive che operano nel settore edile e in quello eolico, centocinquanta rapporti bancari e nove beni immobili e villaggi turisti distribuiti tra Caltanissetta, il Palermitano, Catania, Messina, Trapani e, oltre isola, a Roma.