Home Cronaca «Quel tesoro sospetto», parola agli esperti sulla provenienza

«Quel tesoro sospetto», parola agli esperti sulla provenienza

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Caltanissetta – Via libera a una consulenza sulla provenienza di un tesoro ritenuto sospetto. Beni per oltre dieci milioni di euro già finiti al centro di un sequestro preventivo.

A chiedere la possibilità di aprire agli esperti per spiegare quale sia la provenienza di quei beni è stata la difesa dell’imprenditore settantunenne Giuseppe Li Pera espropriato degli averi insieme ai figli Alessandro, Isabella  e Pamela e Salvatore D’Antoni  – assistiti dagli avvocati Ernesto Brivido, Daniele Osnato e Rudy Maira –  marito di Isabella.

Dalla sezione patrimoniale del tribunale misure di prevenzione di Caltanissetta è arrivato il via libera all’udizione degli esperti incaricati dalla difesa, due commercialisti, prima che la loro relazione possa entrare agli atti del procedimento. Così come prevedere la procedura in tema di misure patrimoniali.

Il sequestro scattat nel luglio scorso ha interessato, complessivamente, otto società attive nel comparto costruzioni e nell’eolico, villaggi turisti – tutti tra Caltanissetta, Catania, Messina, Trapani, il Palermitano e Roma – centocinquanta rapporti bancari e nove beni immobili.

Il ruolo di Li Pera è emerso alla fine degli anni ‘80, quando dipendente della società del nord Italia – Rizzani de Eccher –  nel settore delle grandi opere per appalti pubblici – non solo si sarebbe speso per quella azienda ottenendo illeciti vantaggi in termini di aggiudicazione e gestione degli appalti in Sicilia, ma – sempre secondo gli inquirenti – ne avrebbe tratto  profitto a livello personale grazie alla sua presunta vicinanza allo scenario mafioso di quel tempo.

Nel ’92 ha pure iniziato a collaborare con la giustizia, fino al 2001, quando si sarebbe messo in affari mettendo su diverse società che, per la Dda nissena, sarebbero state intestate a prestanome.

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