Caltanissetta – È sull’onda del racket della paglia che tornano sul banco degli imputati. Dopo le condanne rimediate al termine del primo grado del giudizio.
Pene che, al termine del giudizio con rito abbreviato, sono state di undici anni e otto mesi per il sessantaseienne Orazio Pisano, mentre il figlio, il quarantunenne Giuseppe Pisano, ha rimediato undici anni.
Secondo lo spaccato tracciato dagli inquirenti , il genitore sarebbe stato il mandante, il figlio l’esecutore materiale di quel fallito agguato messo a segno nel luglio di quattro anni fa ai danni di Carmelo Palmieri. Il bersaglio di quegli spari , seppur ferito, è riuscito allora a sfuggire all’attentato. Una decina i colpi che sarebbero stati sparati contro di lui e qualcuno lo ha raggiunto al torace. Poi, in codice rosso, è stato trasferito all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.
Il movente, secondo l’accusa, si sarebbe celato dietro il controllo del mercato della raccolta della paglia a cui, la vittima dell’imboscata andata a vuoto, non si sarebbe piegato.
Nel gran calderone anche la posizione di Emanuele Pisano, fratello di Orazio, e che sarebbe stato a conoscenza di questo “sistema”. Lui che, peraltro, nel procedimento è anche parte civile perché ha subito l’incendio del suo caseificio che, secondo la tesi accusatoria, proprio nel familiare avrebbe avuto il mandante.