Mussomeli – Pena definitiva per un mussomelese arrestato cinque anni e mezzo fa dai carabinieri per una vicenda di rapina, estorsione e droga. Alla fine , adesso, la giustizia gli ha presentato il conto.
È il trentanovenne Fabio La Greca che deve scontare una pena di poco superiore a nove anni. Quelli che rimangono della pena complessiva a 12 anni di carcere che gli è stata inflitta dalla corte d’Appello di Caltanissetta, presieduta da Maria Carmela Giannazzo, nel gennaio dello scorso anno.
Il trentanovenne è stato tirato in ballo per due episodi di rapina ed estorsione, spaccio di hashish e falsità materiale. Contestazioni che sono scattate a suo carico sull’onda di un’indagine dei militari, nome in codice «Speedy Drug», che nel novembre del 2019 ha fatto scattare tre arresti. Tutti a carico di mussomelesi, imparentati tra loro. Così di Mussomeli è la vittima.
Ma quattro mesi dopo l’arresto La Greca , su istanza dell’avvocatessa Teres Alba Raguccia, è stato scarcerato lasciando il Malaspina. Dove ora è tornato per saldare il suo sospeso.
Secondo lo spaccato tracciato da carabinieri e procura, lui e il cognato avrebbero minacciato di morte un malcapitato per estorcergli soldi, caricandolo pure in auto per costringerlo a prelevare in banca. E per mettere a segno il proposito sarebbe stato pure falsificato un verbale di perquisizione dei carabinieri. Una intricata storia che si sarebbe sviluppata a più riprese nel giugno del 2019.
L’indagine sarebbe partita da un episodio di spaccio. Più in dettaglio dalla cessione di sette grammi e mezzo di hashish da parte di La Greca. Era il 5 giugno di quello stesso anno. Ma nell’evoluzione le indagini avrebbero consentito agli stessi carabinieri di squarciare i veli su uno scenario più ampio, sia in relazione alle contestazioni, che ai coinvolgimenti nello stesso dossier.
E alla fine delle fasi processuali i due cognati sono stati poi condannati, mentre lo zio di uno di loro, che era stato tirato in ballo solo per favoreggiamento, è stato assolto.