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Rapina in agenzia di viaggi, cadono le accuse: colpo di spugna a cinque condanne

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San Cataldo – Assolti per rapina. Che, per l’accusa, era stata messa a segno ai danni di un’agenzia di viaggi di San Cataldo che avrebbe lasciato a terra alcuni croceristi.

Ma nel secondo passaggio in aula ogni contestazione è caduta. Sì, perché l’originaria imputazione di   rapina aggravata in concorso è stata riqualificata in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. E così, in assenza di querela, la corte d’Appello presieduta da Roberta Serio si è pronunciata con il non doversi procedere proprio per mancanza dell’atto  non presentato dalla parte offesa.

Da qui l’assoluzione per il trentacinquenne Alessio Pasquale Cordaro, la moglie, la trentaquattrenne  Roberta Cipro, il trentottenne Luigi Michele Caruso, il trentaquattrenne Riccardo Calì e il quarantatreenne Marco Antonio Pisella – assistiti dagli avvocati  Gianluca Amico, Massimiliano Bellini, Vincenzo Ricotta e Salvatore Tambè – che in primo grado, con il giudizio abbreviato, erano stati condannati a pene che vanno da un minimo di tre anni e quattro mesi a un massimo di quattro anni e otto mesi.

Secondo la tesi accusatoria avrebbero saccheggiato l’agenzia di viaggi per il mancato rimborso dei biglietti. E da lì sarebbe stato portato via di tutto tra un frigorifero, un tvcolor, un pc, un telefono, una stampante, un ventilatore, una dozzina di  modellini di navi da crociera, un case di pc e tre orologi ,  il tutto per un valore di tremila euro.

Ma su sollecitazione dei legali che hanno assistito gli imputati – nei motivi d’appello la questione è stata sollevata dalla difesa di Cordaro – è stata adesso la procura generale di Caltanissetta ad approfondire la questione riscontrando quella che era stata la tesi a discolpa sostenuta fin dall’immediato dallo stesso Cordaro, dalla moglie e un’altra coppia. Una versione, la loro, che si sarebbe rivelata veritiera.

Gli accusati, infatti, avevano sostenuto che quella merce sarebbe stata consegnata loro dalla stessa titolare dell’agenzia di viaggi e poi, sempre gli stessi presunti rapinatori,  si sarebbero subito presentati alla caserma dei carabinieri di San Cataldo , informandoli che quella merce avuta l’avrebbero tenuta in custodia in un garage.

Ma questo accertamento non sarebbe stato eseguito né nella fase delle indagini, né in primo grado. È stata sviscerata ora dal sostituto procuratore generale Antonino Patti che ha sentito i militari presenti quel giorno in caserma e che avrebbero confermato la visita di alcuni degli imputati . Da qui la riformulazione dell’imputazione e il conseguente “proscioglimento” che ha cancellato le pesanti condanne in primo grado.

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