Agrigento – Recuperati nelle acque di Agrigento i reperti archeologici segnalati dal gruppo subacqueo di Bcsicilia. Sono stati i carabinieri del nucleo sommozzatori di Messina a immergersi a Cannatello.
Missione programmata per il recupero di un ceppo mobile e una contromarra, tutti e due in piombo, appartenenti ad un’ancora di una antica nave di oltre duemila anni fa.
Sono stati scoperti il 20 luglio scorso, quando subacquei di BCsicilia hanno rinvenuto sul fondo il
Ceppo, lungo un metro e due centimetri , e la contromarra lunga 65 centimetri. Dopo l’avvistamento, fornendo l’esatta posizione, è stata subito informata la Soprintendenza del Mare. Così ha preso corpo l’operazione per portare in superficie i due importanti reperti di interesse archeologico adagiati a bassa profondità e a rischio furto
In quella stessa area, sempre il gruppo subacqueo di BCsicilia, aveva rinvenuto qualche anno fa, cinque ancore bizantine, due lingotti plumbei con bollo, un cannone medievale, una bombarda in ferro dello stesso periodo, oltre ad alcune decine di ancore litiche ad uno e a tre fori.
«Reperti – è stato spiegato – che dimostrano la presenza di un antichissimo approdo alla foce del fiume Naro e che sono stati posizionati e rilevati spesso con la tecnica 3D dai volontari del Gruppo subacqueo di BCsicilia e trasmessi alla Soprintendenza del Mare»