Dalla sentenza di condanna al carcere, il passo è stato breve. L’ex presidente delle misure di prevenzione del tribunale di Palermo è stata raggiunta nella clinica in cui era ricoverata a Palermo dai finanzieri del nucleo di polizia economico e finanziaria di Palermo, su ordine della procura generale di Caltanissetta.
La Saguto dovrebbe scontare sette anni e dieci mesi per corruzione.
Ma il suo legale, Ninni Reina, ha già preannunciato che presenterà incidente di esecuzione mettendo in discussione il conteggio, in relazione alla pena, effettuato dalla Corte d’Appello. Atto che aprirebbe un nuovo capitolo della vicenda giudiziaria che, ancora, non è divenuta definitiva. Perché dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione, dovrà passare di nuovo al vaglio di una diversa sezione della corte d’Appello di Caltanissetta per la rideterminazione della pena, dopo che sono caduti alcuni capi d’imputazione.
In un primo momento si era fatta strada l’ipotesi che, alla luce della rideterminazione che dovrà essere effettuata, per il momento l’ordine di carcerazione potesse rimanere congelato. Ma per la procura generale di Caltanissetta, il provvedimento poteva già essere eseguito adesso.
Così l’ex magistrata, che da una ventina di giorni era ricoverata in clinica, è stata trasferita al carcere Pagliarelli.
Lo stesso il marito, Lorenzo Caramma, condannato a sei anni e due mesi. E pure per lui si dovrà rifare il processo per rimodulare la condanna.
Come gli ex amministratori giudiziari che, secondo i giudici, la Saguto avrebbe favorito con incarichi in cambio di soldi o regali, ossia l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara condannato a 7 anni e 7 mesi, che si è già costituito al carcere di Bollate, e Carmelo Provenzano condannato a 3 anni.