Caltanissetta – Anche Giuseppe Conte sarà a Palermo per la manifestazione di protesta contro lo stato della sanità in Sicilia. È stato lo stesso presidente Cinque Stelle a ufficializzarlo attraverso i social.
Al corteo, in calendario per il 15 giugno prossimo, parteciperanno anche Pd, Avs, Controcorrente, Psi, la Cgil e altre forze politiche, associazioni e aggregazioni come Movimento PeR, Sicilia Futura, PRC e altre ancora in via di adesione.
Lo stesso Conte ha posto l’accento, aspramente critico , sulle politiche sanitarie del governo Meloni e il suo decreto liste d’attesa «strombazzato ai quattro venti e finito in rissa e scaricabarile fra Meloni e Regioni, quasi tutte governate dal suo centrodestra… Non si risolvono i problemi senza investire seriamente e portando la spesa in sanità rispetto al Pil ai valori più bassi degli ultimi 18 anni».
E lo stesso presidente pentastellato ha poi aggiunto che «è ora di smetterla di parlare di sanità solo per annunci, tagli e amichetti politici da piazzare in ospedali e aziende sanitarie… Il 15 giugno il M5S ha deciso di scendere in piazza in Sicilia, terra in cui si è arrivati ad attendere anche otto mesi per il referto sul tumore».
Il programma della manifestazione “Sanità X tutti” prevede il concentramento a piazza del Parlamento alle 16,30. E, da lì, il corteo muoverà fino a piazza Bologni dove, sul palco, sono previsti interventi dei rappresentanti delle forze politiche, di associazioni, sindacati «ma anche di semplici cittadini che racconteranno esperienze e disavventure e proporranno ricette di interventi da sottoporre a Schifani», è stato sottolineato.
«La graditissima presenza di Conte – ha osservato Nuccio Di Paola, coordinatore M5S in Sicilia – non farà altro che dare maggiore enfasi ad una manifestazione che è molto sentita, non a caso sono attesi pullman da tutta la Sicilia che non vuole assistere impotente alla morte della sanità pubblica. Il disastro della nostra sanità – aggiunto – ormai sotto gli occhi di tutti, è arrivato a livelli di non ritorno, bisogna fare qualcosa per indurre Schifani a cambiare rotta, volgendo lo sguardo al bisogno di assistenza dei siciliani, molti dei quali hanno ormai rinunciato a curarsi».
