«Tindaro La Grua» è il titolo del romanzo promosso a pieni voti dalla giuria presieduta dallo scrittore Pascal Schembri originario di Realmonte , ma che vive a Parigi da oltre un trentennio.
È nella categoria «scrittori affermati» che Guadagnino ha conquistato il premio, ex aequo, con altri quattro concorrenti.
«Un’opera notevole per spessore e profondità nell’attuale panorama letterario italiano», la motivazione con cui la giuria ha premiato lo scrittore e avvocato agrigentino che già al suo attivo vanta diverse opere letterarie, come «Trasmutazione», «La via breve», «Il fabbro e le formiche. Domenico Cigna politico avvocato e letterato», «Apocrifi», «I filosofi della quarta sezione» e, per ultimo, «Tindaro La Grua».
Un romanzo , «Tindaro La Grua», nome di pura invenzione, che narra di un affermato penalista e del cambiamento all’interno della stessa avvocatura «tra il vecchio penalista che era un umanista – ha spiegato l’autore – che riusciva a fondere bene la cultura giuridica e la cultura umanistica… e poi la dimensione di oggi del penalista, che è molto più tecnica, non è più quella di un tempo, ma il romanzo è leggibile a diversi livelli… l’avvocatura è l’ambientazione, per il resto il romanzo affronta tanti aspetti, perché è un giovane avvocato che indaga su Tindaro La Grua, grande penalista, dopo la sua morte e vengono fuori aspetti assolutamente insospettabili.. e qui si entra in un altro livello di lettura che è quello dell’ambiguità umana… e nel romanzo c’è una presenza cospicua della figura di Cagliostro che storicamente, a tutt’oggi, è una figura ambigua, tra il maestro illuminato o il volgare truffatore».