Caltanissetta – Costretta a inginocchiarsi ai suoi piedi giurandogli di non averlo mai tradito. Non prima di averla strattonata e schiaffeggiata. E un giorno l’avrebbe pure sequestrata in casa rinchiudendola in una stanza. Gli insulti, poi, si sarebbero sprecati.
Ora il «compagno violento», è stato condannato dal giudice a una pena ancor più severa di quanto abbia chiesto l’accusa. Sì, perché per lui, un trentatreenne nisseno, S.A.C. l’accusa ha chiesto quattro anni e quattro mesi di reclusione, mentre il giudice Lorena Santacroce, alla fine, gli ha inflitto cinque anni di carcere perché ritenuto colpevole di maltrattamenti e sequestro di persona.
È stato pure condannato a risarcire la sua ex convivente ventitreenne (assistita dalll’avvocatessa Maria Francesca Assennato) che si è costituita parte civile ed a versarle una provvisionale di duemila euro.
Per un paio di anni e più la donna sarebbe stata costretta subire violenza e vessazioni, insulti e minacce del tipo «u cori tu fazzu scoppiare», «ora ti faccio morire» o «te lo giuro ti faccio soffrire…». E l’avrebbe apostrofata, pesantemente, in mille modi.
Fino a quando nel maggio di due anni fa, dopo averla colpita in auto, l’avrebbe costretta a mettersi in ginocchio davanti a lui perché gli giurasse di non averlo mai tradito. E le avrebbe pure requisito il telefono cellulare.
E in un altro episodio ancora, sempre del maggio di due anni fa, l’avrebbe chiusa in una stanza del loro appartamento, sequestrandola lì dentro. Alla fine, quando la misura è stata colma, la giovane ha deciso di denunciare quell’inferno subito per lungo tempo. E, adesso, per l’ex convivente è arrivata la condanna.