Vallelunga Pratameno – Condannata per avere calunniato un imprenditore di Vallelunga. Al quale prima avrebbe consegnato un assegno e poi ne avrebbe denunciato lo smarrimento.
È con l’affermazione di responsabilità che si è chiuso il processo a carico della quarantacinquenne, Daniela Rugnone – assistita dall’avvocato Giacomo Butera – chiamata a rispondere dell’ipotesi di calunnia. Il giudice le ha inflitto la condanna a 2 anni, con il beneficio della pena sospesa.
Che si sarebbe consumata ai danni l’impresario di Vallelunga, Giuseppe P. – assistito dall’avvocatessa Gaia Di Natale – al quale il giudice ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni che sarà stabilito in un procedimento di natura civile.
Tutto ruota a un titolo bancario che sarebbe stato destinato, secondo la ricostruzione investigativa, all’acquisto di un terreno per una cooperativa edilizia.
Sarebbe stato consegnato a costruttore – era la primavera del 2013 – ma poi ne sarebbe stato denunciato in questura lo smarrimento.
Così, nel momento in cui si è presentato in banca per metterlo all’incasso, a carico dell’imprenditore di Vallelunga è stato aperto un fascicolo per ricettazione che, successivamente, è stato archiviato.
Perché ben presto sarebbe emerso tutt’altro scenario e il vallelunghese s’è presto ritrovato da indagato a parte lesa in un procedimento a ruoli inversi.
Peraltro tra le pieghe del dispositivo, adesso, il giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla procura nei confronti del marito dell’imputata, perché valuti se a suo carico si possano profilare le ipotesi di falsa testimonianza e calunnia.