Caltanissetta – «Lo hanno ucciso per avere offerto un passaggio e so chi lo ha ucciso. È stato un collaboratore di giustizia riesino, Giuseppe Toscano, a raccontare la sua verità.
Con non poche difficoltà, dal sito riservato, è riuscito a deporre brevemente. Poi per le difficoltà di salute è stata disposta l’acquisizione dei verbali contenenti le dichiarazioni rese in precedenza.
«Ad agire sono stati Amarù e Gaetano Cammarata… lo hanno raggiunto in moto… mentre a ordinare l’uccisione è stato Vincenzo Cammarata» ha spiegato riferendosi al delitto di Pino Ferraro.
Sì perché secondo gli inquirenti – e anche i pentiti lo hanno confermato – la vittima avrebbe pagato con la vita l’avere offerto un passaggio in auto alla moglie del boss, di Vincenzo Cammarata, in una giornata piovosa e mentre la donna, con le buste della spesa, stava raggiungendo casa. Passaggio che, peraltro, lei non ha neanche accettato. Ma tanto sarebbe bastato per decretarne la morte.
Con lo stesso Vincenzo Cammarata siedono sul banco degli imputati i suoi fratelli Pino e Francesco Cammarata, il boss di Mazzarino Salvatore Siciliano, Franco Bellia Salvatore Salamone, Orazio Buonprincipio, Gaetano Cammarata e Giovanni Tararà – assistiti dagli avvocati Carmelo Terranova, Vincenzo Vitello, Danilo Tipo, Davide Anzalone, Adriana Vella e Isabella Costa – tirati in ballo, a vario titolo, per cinque omicidi e tre falliti agguati che sarebbero stati consumati nella guerra di mafia – seppur talvolta con moventi un po’ differenti – esplosa a Riesi e Mazzarino negli anni novanta.
Nel procedimento in corso sono parti civili il Comune di Riesi e i familiari delle vittime – assistiti dagli avvocati Annalisa Petitto, Boris Pastorello, Walter Tesauro, Maria Giambra, Anna Maria Sardella, Paolo Testa, Giovanni Vetri, Antonio Gagliano e Vincenzo Salerno – sono parti civili.