Caltanissetta – Nega di avere ucciso il fratello. Così s’è difeso, seppur un po’ confusamente, il sessantaquattrenne Salvatore Polizzi, accusato del delitto del fratello Ignazio.
Secondo la tesi accusatoria, lo avrebbe sopraffatto sbattendogli poi violentemente il capo contro il pavimento più volte fino a ucciderlo. Una tesi che il sospetto fratricida – assistito dall’avvocato Fabrizio Fiorenza – ha però respinto. Ma resta rinchiuso in una cella del carcere Malaspina di Caltanissetta perché accusato di omicidio aggravato.
Ma diversi elementi, secondo polizia e magistrati, convergerebbero tutti nella direzione di un omicidio. Una sorta di raptus che sarebbe scattato sull’onda dell’ennesimo litigio tra i due familiari. I loro rapporti, pur vivendo sotto lo stesso tetto, non sarebbero stati idilliaci. Questo, almeno, è quanto sarebbe emerso dalla ricostruzione investigativa.
Polizia e magistrati hanno fin qui ritenuto che più aspetti incastrerebbero sulle sue presunte responsabilità il sessantaquattrenne.
La morte di Ignazio Polizzi risale al 21 novembre scorso. Quella mattina, quando la polizia è arrivata nell’abitazione che i due fratelli dividono con altri familiari, ha trovato il corpo della vittima in una pozza di sangue con evidenti ferite al capo. Mentre l’arrestato avrebbe presentato escoriazioni al viso e sul corpo. E poi, in quello scenario, macchie di sangue trovate a parecchia distanza da dov’era il corpo della vittima e un secchio con dell’acqua dentro , che sarebbe stato utilizzato per cancellare tracce in casa. Queste le contestazioni a carico del sospetto fratricida.
