Caltanissetta – Sette hanno chiesto il rito abbreviato mentre in tre saranno processati. Così per i dieci coinvolti in una operazione antidroga dei carabinieri, nome in codice «Lulù».
È la svolta, dal punto di vista giudiziario, nell’indagine che nel settembre dello scorso anno ha coinvolto undici indagati, cinque dei quali finiti allora in carcere perché accusati del reato associativo, tre sono andati ai domiciliari per singoli episodi di spaccio e altri tre sono stati sottoposti a obbligo di dimora per episodi, sempre di smercio, ma più lievi.
Rito abbreviato per il ventiquattrenne Giovanni Riggi, il trentottenne Carlo Ristagno, il cinquantatreenne Salvatore Ferrara, il trentenne Michele Cordaro, il ventottenne Elia Guttadauria, il trentaseienne Diego Milazzo e il trentunenne Giuseppe Torregrossa – assistiti dagli avvocati Davide Anzalone, Giuseppe Dacquì, Salvo Virciglio, Michele Ambra, Maria Francesca Assennato, Salvatore Baglio e Giuseppe Riso – e le loro posizioni si scinderanno dalle altre.
Sì perché è con il rito ordinario, invece, che hanno scelto di andare avanti del quarantatreenne Filippo Vullo, il ventiseienne Alexandru Andrei che viva a San Cataldo, il ventitreenne Giuseppe Carletta – assistiti dagli avvocati Ivan Alaimo, Gianluca Amico e Davide Cammarata – che saranno processati.
Sono accusati, a vario tiolo, di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti e concorso nello stesso reato associativo. E uno di loro è chiamato in causa pure per un paio di tentate estorsioni.
A loro, complessivamente, sulla base delle indagini dei carabinieri, i magistrati hanno contestato loro qualcosa come oltre una cinquantina di capi d’imputazione legati a spaccio di droga prevalentemente nella zona di San Cataldo.