Caltanissetta – È per scopi personali che avrebbe effettuato l’accesso alla banca dati delle forze dell’ordine. Per spiare ex moglie e un paio di amici. Non per motivazioni professionali legate a indagini.
E adesso sul capo di un carabiniere, che all’epoca dei fatti era in servizio a Gela, pende una richiesta di condanna a un anno e mezzo di carcere per accesso abusivo alla banca dati delle forze dell’ordine.
Una vicenda questa, che s’intreccerebbe con un’altra parentesi giudiziaria che vede lo stesso militare imputato per maltrattamenti ai danni della moglie e violenza sessuale su minorenne. Storia totalmente differente, ma in questo affonderebbe le radici il reato per cui adesso il carabiniere è alla sbarra.
Sì perché avrebbe spiato la moglie e alcuni amici che si sono schierati al fianco di lei. Così da divenire pure loro bersaglio di “spionaggio”.
L’indagine ha preso le mosse proprio da verifiche interne che avrebbero rivelato che il militare avrebbe abusato di quella banca dati consultabile da tutte le forze dell’ordine. Sì, perché quegli accessi sarebbero stati mirati proprio solo a ex moglie e i suoi amici con il solo obiettivo, secondo la tesi accusatoria, di creare loro problemi.