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Stalking a barista e alla figlia, condannato ma lascia psichiatria per andare ai domiciliari

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San Cataldo – Condannato per stalking al titolare di un bar, locale a cui otto anni fa aveva già dato fuoco. E non solo avrebbe perseguitato il barista ma anche sua figlia. E avrebbe pure urinato sulla saracinesca di quel bar in centro.

Ora il cinquantatreenne caterinese  Battista Lazzara è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione per atti persecutori e, in più , dovrà anche risarcire la parte civile – assistita dall’avvocato Alberto Fiore –  secondo l’entità che verrà poi stabilita in seguito.

L’imputato  – assistito dagli avvocati Giuseppe e Ramona Dacquì – come chiesto dalla difesa ha però lasciato il reparto psichiatrico dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, per andare agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

Per questa vicenda – il secondo atto di una storia che già otto anni addietro aveva vissuto un primo atto – l’imputato era stato arrestato a fine maggio scorso.

Ripetutamente avrebbe importunato il titolare di quel locale con il pretesto di chieder come andassero gli affari e non avrebbe risparmiato appellativi offensivi nei confronti della figlia. E per sfregio avrebbe pure utilizzato la saracinesca di quel bar come fosse la tazza del water per urinare sopra.

Ma ancor prima, era il febbraio del 2016, Lazzara era stato già arrestato per avere incendiato lo stesso bar in piena piazza, a Santa Caterina, di giorno. È per una sorta di vendetta, dopo che si sarebbe sentito deriso davanti a clienti – almeno secondo una tesi a discolpa fornita – che poi avrebbe bruciato il locale. Appiccando il fuoco alle tende, ma le fiamme si sono poi propagate al resto del locale.

E in quella circostanza i carabinieri lo hanno arrestato per danneggiamento seguito da incendio. Per questa vicenda è stato poi condannato. Ora la nuova tegola piovuta sul suo capo, questa volta per stalking sempre nei confronti della stessa parte lesa, ma ha ottenuto i domiciliari.

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