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Stop ai cellulari nelle scuole, il deputato M5S Gilistro: «Sicilia pioniera e la circolare di Valditara è la prova che ci avevamo visto giusto»

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Palermo – «La Sicilia in questo ambito è stata pioniera, approvando a febbraio all’unanimità la legge voto a firma M5S che mira a limitare drasticamente l’uso delle apparecchiature digitali nell’età preadolescenziale e vietarle ai bambini fino a 5 anni».

A sostenerlo è il deputato regionale M5S e pediatra , Carlo Gilistro. «La circolare del ministro dell’Istruzione Valditara, che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole superiori, è l’ennesima prova che ci avevamo visto giusto… Proprio in questi giorni la legge, che per diventare operativa deve essere approvata dal Parlamento nazionale, è stata trasmessa a Roma… parte ora il nostro pressing per non farla restare nei cassetti», è andato avanti.

Gilistro che sta conducendo da tempo una sorta di crociata contro i pericoli dell’abuso dei cellulari in tenerissima età e in età preadolescenziale, con incontri con gli studenti, seminari e convegni, che poi hanno dato vita alla presentazione del ddl voto approvato a febbraio dall’Assemblea regionale siciliana.
La legge siciliana prevede il divieto dell’utilizzo «dei dispositivi funzionanti tramite onde a radiofrequenza e dei videogame» nei primi cinque anni di vita e un uso limitato di queste apparecchiature dai sei anni in su e, ad ogni modo, sotto la supervisione di un adulto.

Il divieto di utilizzo delle apparecchiature elettroniche è previsto anche per gli alunni delle scuole medie e superiori durante le ore didattiche. La norma prevede, inoltre, da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri e dei ministeri della Salute e dell’Istruzione, la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a insegnanti e genitori, per  «la corretta informazione sui possibili danni causati alla salute psicofisica del bambino derivanti dall’uso smodato o distorto delle apparecchiature digitali».
E, sotto il profilo sociologico, recenti studi hanno dimostrato che in Italia il trenta per cento dei genitori usa lo smartphone per calmare i propri figli già durante il loro primo anno di vita e che su dieci bambini tra i tre e i cinque anni, otto sanno usare il cellulare dei genitori.
«Se i genitori – ha osservato Gilistro – fossero informati dei pericoli cui espongono i propri bambini, si guarderebbero bene dal consegnargli queste apparecchiature che, è bene sgomberare il campo da possibili equivoci, sono importantissime e non vanno demonizzate se usate bene e alla giusta età, ma che, se lasciate in mano a bambini piccoli e per giunta molto a lungo, possono essere devastanti, un vero e proprio attentato alla loro salute, con la possibilità di provocare loro un’infinità di disturbi come crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti, alterazioni dell’umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali», ha concluso.

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