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Stragi del ’92, chiesto l’ergastolo per la primula rossa Messina Denaro

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Caltanissetta – Era in quella “cupola”  che a tavolino ha programmato le stragi del ’92 e altri attentati ancora, compreso quello andato a vuoto a Roma con obiettivo il conduttore televisivo Maurizio Costanzo o contro l’allora ministro della giustizia Claudio Martelli .

Non ha avuto dubbi il procuratore aggiunto di Caltanissetta, Gabriele Paci, che ha chiesto il carcere a vita per il super latitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro – assistito dagli avvocati Giovanni Pace e Salvatore Baglio – introvabile da ben oltre un quarto di secolo.

Sì, perché per la procura di Caltanissetta lo ha ritenuto nella ”regia” delle stragi di via D’Amelio e Capaci del maggio e luglio del 1992.

In ventisei ore e più di requisitoria, distribuite in più udeinze, l’aggiunto Paci ha snocciolato il teorema accusatorio che, alla fine, è culminato nella richiesta di ergastolo a carico di Messina Denaro.

Il boss trapanese è  ricercato anche per associazione di stampo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto ed altro ancora.

Nel processo che si sta celebrando in corte d’Assise a Caltanissetta, sono costituiti parti civili i familiari delle vittime e alcuni enti e associazioni.

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