Caltanissetta – «Ritengo che vietare in maniera assoluta l’utilizzo degli smartphone sotto i 16 anni e dei social network sotto i 14, non sia la soluzione più adeguata per gli adolescenti». L’osservazione s’è levata dal presidente del Corecom Sicilia, Andrea Peria Giaconia, a proposito dell’appello lanciato dai pedagogisti al governo, per chiedere una stretta sui cellulari e sui social.
«Credo, invece, che sia necessario un utilizzo più consapevole di tali strumenti da parte dei giovani e auspico una maggiore vigilanza da parte delle famiglie», ha concluso lo stesso presidente del Corecom Sicilia.
Nei giorni scorsi , dai pedagogisti al mondo dello spettacolo, dagli intellettuali ai politici era partita l’esortazione , rivolta al governo, per una stretta sugli smartphone, vietandoli ai minori di quattordici anni, così come per un profilo social ai minori di sedici anni.
Soluzione che viaggerebbe nella stessa direzione del divieto di utilizzo degli smartphone in classe fino alla terza media – anche per scopi didattici – voluto dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.
E il fronte del mondo politico, in tal senso, è diviso tra coloro che, premettendo che non si tratta di «una presa di posizione antitecnologica», pongono l’accento «sui danni che subiscono i bambini e le bambine interagendo con schermi e strumenti tecnologici» e coloro che, invece, ritengono che «non servono divieti, ma nell’educazione, il ruolo della scuola e delle famiglie».