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Sutera: ex sindaco Grizzanti assolto per abuso edilizio insieme a moglie,  direttore dei lavori e un imprenditore

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Sutera – Nessun abuso edilizio da parte dell’ex sindaco di Sutera. Che era stato citato in giudizio insieme alla moglie, al direttore dei lavori e un imprenditore edile, sull’onda di esposti presentati

Così ha deciso il giudice che, alla fine , ha assolto il settantunenne Giuseppe Grizzanti, ex sindaco di Sutera, la moglie, la sessantatreenne Ornella Maria Cocchiara – assistiti dagli avvocati Giovanni Maggio e Michele Ambra – il sessantatreenne Onofrio Raimondi direttore dei lavori – assistito dall’avvocato Giuseppe Dacquì – – e il sessantaseienne Raffaele Montalto Monella – assistito dall’avvocato Daniele Osnato – rappresentante legale dell’omonima impresa di costruzioni.

Tutti e quattro erano accusati di abusivismo edilizio, imputazione da cui sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

In più marito e moglie erano stati tirati ballo per invasioni di terreni, in particolare suolo appartenente al comune di Sutera  e , in questo caso, sono stati giudicati non colpevoli perché il fatto non costituisce reato

E, infine, la sola moglie dell’ex capo della giunta suterese era stata tirata in ballo pure per falso ideologico commesso da privato in atto pubblico ritenute false – per due dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà legate alla realizzazione di una tettoia – ma è stata assolta da questa contestazione perché il fatto non sussiste.

La vicenda ruotava attorno ad alcuni lavori eseguiti nell’abitazione della coppia, in via Milena, a più riprese. Secondo la tesi accusatoria sarebbero stati inficiati da irregolarità. Fatti che sarebbero stati racchiusi in un lungo arco temporale, che va dal giugno del 2006 al maggio del 2019. E come parti offese erano state individuate il comune di Sutera e il Genio civile di Caltanissetta.

Il pronunciamento emesso dal giudice Giuseppina Figliola – che motiverà la decisione entro novanta giorni – così come chiesto dalla difesa, ha fatto, però, cadere nel vuoto ogni contestazione. Il pubblico ministero, di contro, aveva chiesto la condanna di tutti e quattro a sei mesi ciascuno di reclusione.

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