Marianopoli – La procura non ha dubbi. L’ex sindaco di Marianopoli si sarebbe reso autore di una tentata estorsione ai danni della giunta comunale. Tanto da chiederne l’affermazione di colpevolezza.
E s’è concretizzata, in dettaglio, con la richiesta di condanna a un anno e tre mesi. Pende sull’ex sindaco, il sessantaseienne Calogero Vaccaro – assistito dalle avvocatesse Oriana Limuti e Rosa Mendola – chiamato a rispondere di un presunto tentativo di estorsione.
Quello ai danni del sindaco di Marianopoli, Carmelo Montagna e altri amministratori comunali, il suo vice Salvatore Noto, componenti la sua squadra assessoriale, Maria Antonietta Vullo, Maria Tumminaro e Angelo Panepinto, il responsabile dell’ufficio tecnico Francesco Montagna, Santo Cannella responsabile dell’ufficio dei vigili urbani, l’ex responsabile degli Affari generali, Salvatore Lombardo e due omonimi Luigi Cannella, uno cinquantunenne, l’altro di quarantatreenne – assistiti dagli avvocati Alberto Fiore, Giuseppe Panepinto e Walter Tesauro – ora costituiti parti civili.
In particolare – secondo la tesi accusatoria – avrebbe tentato in tutti i modi di dissuadere gli avversari politici dal chiedergli un risarcimento dei danni, per una sua precedente condanna per diffamazione. Processo in cui l’ex capo della giunta era stato in veste sia d’accusato che di parte civile. E, secondo la ricostruzione degli inquirenti, rivolgendosi al parroco del paese avrebbe tentato in tutti i modi di costringere gli avversari politici a non proseguire l’azione risarcitoria. Caso contrario avrebbe svelato ipotetici abusi edilizi.
Fin qui l’accusa. Sì, perché la tesi difensiva ha viaggiato in tutt’altra direzione, partendo già dal presupposto che si tratterebbe «solo di diatribe politiche che non dovevano finire in un’aula di tribunale… per contesto e contenuto che non ha niente di ricattatorio e minatorio è una vicenda assolutamente inconsistente». Da qui la richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste.