Serradifalco – Condannato per avere tentato di uccidere la moglie. Così al termine del giudizio con rito abbreviato a carico di un insegnante in pensione di Serradifalco.
È il settantaseienne Antonino Licalsi – assistito dall’avvocatessa Maria Giambra – che s’è visto piovere sul capo la pena a 8 anni di carcere per tentato omicidio aggravato.
E in più dovrà sborsare una provvisionale di 20 mila euro oltre che risarcire la moglie, la sessantasettenne, G.S. – assistita dall’avvocato Nuccio Sollami – costituitasi parte civile nel processo.
Questo il verdetto emesso dal gup David Salvucci al termine del giudizio con rito abbreviato a carico del prof a riposo. Persona dalla personalità mite, come in paese è conosciuto, ma che quella mattina di un anno e mezzo fa avrebbe perso la testa tentando – secondo la tesi degli inquirenti – di uccidere la moglie a colpi d’accetta.
Questa, almeno, è la tesi di carabinieri e magistrati, che hanno considerato l’azione come premeditata. Perché lui non avrebbe digerito – è la ricostruzione investigativa – le decisioni della moglie che avrebbe considerato il loro rapporto logoro.
Così, era la mattina del 15 marzo di un anno fa , armato di accetta l’ha raggiunta sotto la doccia colpendola in varie parti del corpo.
Secondo la tesi accusatoria rischiando di ucciderla con fendenti al capo e al torace e pure al viso provocandole uno sfregio permanente.
Così non sarebbe per la difesa che ha sempre ridimensionato l’entità di quei colpi, che non avrebbero raggiunto la donna in parti vitali e non le avrebbero procurato ferite permanenti.
Versioni contro che sono state anche ricalcate, esattamente con queste posizioni, anche dai rispettivi consulenti di parte nominati da accusa e difesa. Ma alla fine l’ago della bilancia ha finito per pendere dalla parte della procura.